Agrigento, inchiesta piani costruttivi: ci sono anche indebite pressioni nei confronti dell’ex consigliere Alessandro Patti

C’è anche un tentativo di intimidazione ai danni di un consigliere comunale allora in carica, Alessandro Patti (che con durezza aveva anche partecipato alla trasmissione tv Ballarò) risultato parecchio riottoso nel consentire l’approvazione di alcuni progetti costruttivi, e il sospetto che qualche dirigente comunale fosse propenso ad accettare tangenti nelle carte dell’inchiesta sul Piano regolatore generale di Agrigento che ha portato alla archiviazione per tutti gli indagati (Angelo La Russa, 81 anni, ex deputato nazionale e regionale; Marco Zambuto, ex sindaco di Agrigento 45 anni; Domenico Sinaguglia, 62 anni, funzionario comunale – mai citato nel provvedimento di archiviazione; Paolo Vattano, 67 anni, imprenditore edile; Salvatore Li Causi, 53 anni, imprenditore edile; Gaetano Greco, 61 anni, dirigente Utc; Giuseppe Pullara, 69 anni, imprenditore edile di Favara. seppur con qualche distinguo.
Oggi vi abbiamo raccontato, in assoluta esclusiva, le fasi che hanno determinato l’inchiesta e la richiesta della Procura della Repubblica di archiviare il fascicolo perché “In conclusione delle attività espletate è emerso un quadro complessivo di inquietante commistione tra interessi privati e pubbliche funzioni, all’interno del quale un ruolo decisivo è stato ricoperto da imprenditori edili immediatamente interessati ad ottenere l’adozione degli strumenti necessari per l’avvio della fase esecutiva dei piani costruttivi di edilizia convenzionata. Tuttavia gli elementi di cui si dispone non consentono, come detto, di qualificare il quadro indiziario a carico degli odierni indagati come connotato da una gravità tale da giustificare l’esercizio dell’azione penale rendendo, prognosticamente, non utile un successivo approfondimento dibattimentale che, oltre ogni ragionevole dubbio, possa determinare l’affermazione di responsabilità a carico degli stessi”.
Ma si legge anche: “Le attività di indagine condotte nell’ambito del presente procedimento sono state indirizzate alla ricerca di elementi di riscontro alle informazioni rese al Pubblico ministero da Giuseppe Di Rosa e da Michele Mallia, entrambi componenti del disciolto Consiglio comunale di Agrigento i quali, sentiti rispettivamente in data 04.02.2015 e 19.02.2015, hanno prospettato la possibilità di iniziative corruttive poste in essere da imprenditori locali nei confronti di amministratori e consiglieri comunali di Agrigento al fine di condizionarne l’esercizio della funzione. In particolare l’ipotesi investigativa si strutturava intorno alla probabile emersione di condotte finalizzate, per interessi estranei a quello pubblico, ad influenzare l’approvazione delle c.d. “linee guida” alle prescrizioni esecutive della pianificazione di dettaglio del P.R.G. (prescrizioni esecutive n. 1, 2, 3, 4, e 5) relative alle zone classificate dal piano regolatore vigente C4 e l’approvazione definitiva di taluni programmi costruttivi (realizzazione di circa 160 alloggi di edilizia convenzionata), da tempo in attesa di addivenire alla concreta fase esecutiva.
Nell’immediatezza si procedeva al sequestro dell’intera documentazione di interesse al vaglio del Consiglio comunale di Agrigento ed all’affidamento della stessa a consulente tecnico, per una prima valutazione di conformità alla normativa edilizia ed urbanistica vigente.
Parallelamente, veniva avviata un’attività tecnica di monitoraggio delle utenze telefoniche dei soggetti direttamente o in via mediata coinvolti “nell’affare” delle zone “C4” e dei piani di edilizia convenzionata per le aree Palmentelle/Fontanelle e Cugno Sala.
Con la relazione di servizio del 7/02/2015 della Digos della Questura di Agrigento, relativa allo svolgimento della seduta consiliare del 05/02/2015 nel corso della quale avrebbe dovuto trovare trattazione la questione dell’autorizzazione all’esproprio di terreni per la realizzazione di un programma costruttivo relativo a 154 alloggi sociali in c.da Palmentelle, la P.G. operante rappresentava l’emersione di un manifesto interesse ai lavori consiliari da parte degli imprenditori Salvatore Li Causi e Paolo Vattano, sfociato anche in indebite pressioni esercitate nei confronti del Consigliere comunale Alessandro Patti (Relazione di servizio del 7/02/2015 della Digos della Questura di Agrigento, a firma del dirigente Patrizia Pagano)
Già le prime conversazioni oggetto di captazione confermavano la rilevanza degli interessi economici sottesi alla definitiva approvazione dei piani costruttivi ad opera delle società “Li.Co s.r.l.”, Cooperativa edilizia “Giovanni Falcone”, Cooperativa edilizia “Edil Casa”, riconducibili direttamente o indirettamente agli imprenditori Salvatore Li Causi e Paolo Vattano; questi con continuità, infatti, ricercavano contatti con i funzionari dell’Utc del Comune di Agrigento Gaetano Greco e Calogero Noto Campanella al fine di poter predisporre la documentazione necessaria a far determinare i progetti di proprio interesse, anche mediante provvedimento del commissario straordinario Luciana Giammanco, soggetto al quale erano stati conferiti i poteri del disciolto Consiglio comunale nelle more della nomina del nuovo organo rappresentativo (conversazione del 06.03.2015 – interlocutori Salvatore Li Causi e Paolo Vattano)”.
Insomma, gli imprenditori pressavano e non lasciavano nulla di intentato.
Di grande interesse le conversazioni intercettate di Vattano che salutava positivamente “la nomina dell’arch. Vinti, che lui stesso definisce persona fedele; ciò anche al fine di estromettere dal procedimento Campanella Calogero colpevole, a suo dire, di aver congelato per circa due anni la pratica di suo interesse al solo scopo di far innalzare i prezzi dell’esproprio”.
“Dalle intercettazioni ambientali effettuate all’interno dell’autovettura in uso a Paolo Vattano – aggiunge la Procura – si acquisivano informazioni di particolare interesse circa possibili distorsioni nell’esercizio della pubblica funzione che, tuttavia, pur astrattamente integranti gravi fattispecie corruttive troverebbero collocazione temporale in un periodo per il quale sarebbe interamente decorso il termine di prescrizione”.
La storia, dunque, è questa ed al momento, ma solo al momento, sembra essersi chiusa.

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