Agrigento, capo della Polizia Gabrielli: “Digitalizzazione rende sicure le città”

E’ stata una giornata campale, importante, per Agrigento che accogliendo il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, ha scoperto di aver aumentato i livelli di sicurezza grazie a fondamentali passi in avanti disegnati dal progresso e dalla tecnologia e dalla volontà di uomini dello Stato, quali ad esempio, il primo dirigente Giovanni Giudice (ricevendo le lodi del Questore Mario Finocchiaro) che ha fortemente voluto la realizzazione del progetto dell’archivio digitalizzato “Telemachus”. Si tratta di uno strumento telematico che consente di condividere in tempo reale tutte le informazioni fra i vari commissariati e uffici distaccati.

Il Progetto Telemachus
Il saluto del questore Finocchiaro
In attesa del capo della polizia Gabrielli
Insieme al questore Gabrielli va ad incontrare gli altri commissariati
Un fotogramma del fulmato proiettato

E Franco Gabrielli, oltre a rendere omaggio all’ispettore Maria Volpe, agrigentina, di fresca nomina Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. compiaciuto afferma: “Mi fa un enorme piacere che sia una città del sud ad essere capofila di questo progetto di digitalizzazione. E’ un traguardo importante perché oggi la digitalizzazione non è soltanto stare al passo con i tempi ma è come ci ricordava il filmato un superamento delle difficoltà, perché una volta quando ci arrivava il cartaceo uno dei grossi problemi era che le carte non erano raccolte in maniera tempestiva. Si prendeva il fascicolo che non sempre era aggiornato. Oggi la digitalizzazione accorcia i tempi, di fatto li annulla e quindi recuperiamo non soltanto spazio ma recuperiamo in efficienza e in capacità di risposta. Le minacce del nostro tempo sono sempre più complicate e quindi avere un sistema informativo e una capacità di acquisizione e anche di ridistribuzione dell’informazione  per i  soggetti che poi sono chiamati sul territorio a contrastare le forme di criminalità e terrorismo è fondamentale. Lo ha ricordato ieri il ministro Minniti nella audizione alle commissioni riunite, oggi siamo chiamati ad affrontare una minaccia dove l’intelligence ma soprattutto il controllo del territorio è sempre più  un’arma vincente. Credetemi  si recupera non solo in termini di denaro ma  in termini di efficienza. Alla archiviazione  cartacea è sempre seguita un gran numero di arretrati nel senso che le carte arrivavano e un fascicolo non  aggiornato e spesso diventava uno strumento dannoso. Sotto il profilo economico è importante perché noi non siamo un ufficio del tesoro ma un ufficio , e di questo siamo convinti, siamo un presidio di sicurezza che passa non a caso attraverso una corretta gestione di tutte le informazioni”.

Atteso il passaggio su immigrazione e terrorismo: “Ieri il ministro dell’Interno è stato un’altra volta tranchant e ha detto che l’equazione immigrazione – terrorismo è una equazione assolutamente non corretta. Che poi tra le innumerevoli persone  che approdano sulle nostre coste ci possa essere anche qualcuno, bisogna fare attenzione perché il tema della radicalizzazione è un tema che non è un aspetto originario e non a caso per esempio che il luogo per la radicalizzazione nel nostro paese sono le condizioni di disagio, l’emarginazione che spesso porta a fare percorsi di radicalizzazione. E’ ovvio che noi siamo chiamati a svolgere una azione di controllo capillare e come diceva il ministro non solo con una azione di intelligence ma anche soprattutto di controllo del territorio. In fondo noi  lo abbiamo dimostrato all’Europa e  ne vado orgoglioso , ricordiamo che Amri  colpisce a Berlino, si sposta in Olanda passa per la Francia e arriva in Italia dove viene fermato da una pattuglia di un commissariato italiano, da ragazzi svegli e reattivi che hanno messo fine a un percorso di morte”.

Non meno significativo l’intervento su mafia e criminalità organizzata: “Abbiamo spesso una memoria corta perché qualche lustro fa l’elenco dei latitanti era lungo e non un nome solo di cui spesso oggi  si fa riferimento. In questi anni il contrasto alla criminalità è stato efficace e c’era una persona al quale sono stato particolarmente legato, il mio predecessore  Antonio Manganelli  che si arrabbiava un po’ quando qualcuno glielo ricordava, oggi diciamo che se l’organizzazione mafiosa è quella che è vuol dire che c’è stata una efficace azione di contrasto. Questo non vuol dire che simili fenomeni come mafia n‘drangheta o altro siano scomparse, ci saranno sempre in giro per il mondo però dove sta l’equilibrio che noi dobbiamo sempre ricercare? Noi le contrastiamo, le arginiamo e laddove è possibile le annientiamo. Credo che il nostro paese in questi anni abbia dimostrato che tutto questo è possibile, con una legislazione efficace ma lasciatemelo dire, per l’orgoglio di chi porta una divisa, il sacrificio, l’impegno, la determinazione, la passione di tanti uomini e tante donne delle nostre forze dell’ordine che nulla hanno da invidiare ad altri sistemi di sicurezza e anzi vi posso dire che sono spesso gli altri  che vengono a vedere come funzioniamo noi”.

Molto attento l’uditorio, questa volta d’eccezione, che annoverava tra i presenti il direttore centrale per gli Affari generali della Polizia di Stato del dipartimento della Ps, prefetto Filippo Dispenza (coordinatore a livello nazionale il progetto di digitalizzazione) il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il procuratore capo della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio, il vicario dell’Arcivescovo di Agrigento, monsignor Melchiorre Vutera, i vertici di tutte le forze di polizia dell’Agrigentino, i questori delle province siciliane, i rappresentanti sindacali della polizia e dell’amministrazione civile.

Foto con i funzionari della questura
Gabrielli intervistato dai cronisti
Gabrielli nel suo saluto alle forze dell'ordine
Gabrielli si congratula con il personale di Polizia
Gabrielli si intrattiene coi Prefetti Dispenza e Diomede
Gabrielli visita la bacheca dei cimeli della polizia
Il capo della polizia Gabrielli
Il prefetto Filippo Dispenza
Il questore Finocchiaro, Gabrielli Diomede e Patronaggio
Il taglio del nastro e la benedizione di monsignor Vutera
Prefetto Filippo Dispenza
Un primo piano del capo della Polizia Gabrielli
Un totale del salone della Questura

Anche quando Gabrielli ha parlato di organici delle forze dell’ordine: “Il tema della salute in generale non è solo un tema che riguarda la polizia di Stato ma riguarda anche le altre forze dell’ordine. Purtroppo nel nostro paese c’è stata una stagione nella quale si è immaginato che poliziotti e carabinieri e finanzieri fossero tanti e si è bloccato il turn over, e questi sono i risultati. Registro che negli ultimi governi c’è stata una inversione di tendenza e gli ultimi impegni del governo per il comparto sicurezza hanno destinato quasi un miliardo per il riordino delle carriere e le assunzioni straordinarie, significa che abbiamo invertito il percorso. Ovvio che in questi ambiti quando tu per troppo tempo non assumi, non ricambi , gli esiti poi sono negativi e si protraggono nel tempo. Adesso speriamo di ridistribuire nel territorio altre forze. Noi dalla ferma breve assumiamo solo il 25%, il 75% lo assumiamo dai concorsi esterni quindi una buona notizia per noi, per i giovani e le giovani che vogliono intraprendere questa professione ed è davvero una buona notizia. Però ripeto, noi ancora per qualche anno non riusciremo a completare queste scelte perché quelle fatte in passato ci hanno condannato”.

Al termine della cerimonia, il capo della Polizia di Stato ha incontrato tutto il personale e l’amministrazione civile in servizio in Questura alla caserma “Anghelone”.

testo e foto di Diego Romeo