Agrigento, colpi di pietra o martello: danneggiata la stele in ricordo del giudice Livatino

Danneggiata la stele dedicata al giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e realizzata nel luogo del drammatico agguato, sulla statale tra Canicattì e Agrigento.

A segnalare il caso, alla vigilia del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio, sarebbe stato un operaio. Dalla Questura fanno sapere che sono in corso accertamenti per valutare la segnalazione e la natura del danno. Le associazioni Tecnopolis e Amici del giudice Rosario Livatino hanno presentato denuncia.

Ignoti avrebbero con una pietra o un martello spaccato il cerchio del monumento fatto erigere dai genitori di Livatino, su sui era scritto il nome del magistrato

Alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio, dunque, ancora un oltraggio contro un simbolo della lotta alla mafia.

Alla periferia di Agrigento viene danneggiata la stele dedicata al giudice Rosario Livatino, ucciso da quattro sicari, il 21 settembre 1990, mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Sulla vicenda indaga la Polizia di Stato mentre via social fioccano i commenti indignati della società civile e delle istituzioni a cominciare dal presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni che scrive su Twitter: “Onore alla memoria oltraggiata del giudice Livatino. Italia unita alla vigilia dell’anniversario della strage di Via D’Amelio”.

Lo seguono a stretto giro il presidente del Senato Pietro Grasso (“Dopo Falcone, Livatino: inutile tentativo di infangare così la memoria e l’esempio di chi ha onorato l’Italia con impegno e coraggio”) e la presidente della Camera Laura Boldrini (“Vile gesto contro stele giudice Livatino ad Agrigento è l’ennesimo e inaccettabile oltraggio a memoria vittime di mafia”).

La scorsa settimana era stato vandalizzato il busto di Giovanni Falcone, davanti all’Istituto scolastico di Palermo che porta il nome del giudice, e tutto avviene a 25 anni dalle stragi di Capaci, che è stata ricordata il 23 maggio scorso, e via D’Amelio la cui memoria verrà celebrata domani.

Il 19 luglio 1992, una Fiat 126 rubata con cento chili di tritolo saltò in aria in via D’Amelio a Palermo, all’altezza del civico 21, uccidendo Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Unico sopravvissuto l’agente Antonino Vullo. In quel palazzo Borsellino era andato a fare visita alla madre. Domani, giorno dell’anniversario, si terrà una seduta straordinaria dell’assemblea plenaria del Csm in ricordo delle vittime della strage mafiosa alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“La notizia del danneggiamento della stele  in onore del giudice Livatino – afferma Maria Iacono (Pd)  mi lascia sgomenta e rappresenta l’ ennesimo barbaro e vile atto ai danni di beni fatti erigere in memoria di uomini che hanno immolato la propria vita contro la mafia , nel nome dello Stato e della rinascita della nostra terra. Atti come questo vanno assolutamente condannati e rappresentano la dimostrazione di  quanto ancora lunga sia la strada per la piena affermazione della legalità  e della giustizia. Il giudice Rosario Livatino rappresenta una delle figure simbolo di una Sicilia che vuole liberarsi dal giogo mafioso, profanare la sua memoria significa offendere  tutti i siciliani onesti”.