Operazione “Orfeo”, chiuso il cerchio sui sei ricercati: arrestati (vd)

I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono riusciti ad assicurare alla giustizia tutti e sei gli indagati che si erano inizialmente sottratti alla cattura nell’ambito dell’operazione Orfeo, eseguita lo scorso 27 gennaio.  Difatti, nel corso del week end l’ininterrotta attività investigativa ha consentito la cattura di alcuni soggetti, mentre, altri, si sono spontaneamente presentati presso i comandi dell’Arma.

E’, dunque, durata poche ore la latitanza dei sei indagati sfuggiti venerdì mattina alla retata dei Carabinieri che ha decimato i vertici e i soldati della squadra santapaoliana di Picanello. Alcuni dei sei ricercati sentendosi braccati dai militari che erano già sulle loro tracce si sono costituiti. Tra questi quello che è ritenuto il capo e organizzatore del gruppo di Cosa Nostra Giovanni Comis, 54 anni. In manette anche Alecci Antonino, 55 anni, arrestato poco fa, Robertino Illuminato, 65 anni, Antonino D’Arrigo, 54 anni, Lucio Sentina e Alfio Cardillo, 51 anni. E’ proprio il soprannome di quest’ultimo “Orfeo” a dare il titolo all’operazione coordinata dalla Dda di Catania, che ha fotografato gli affari criminali dell’organizzazione criminale.

Alfio Cardillo
Antonino Alecci
Antonino D'Arrigo
Giovanni Comis
Lucio Sentina
Robertino Illuminato

Cimici, intercettazioni e le rivelazioni dei collaboratori di giustizia rappresentano l’imponente impianto probatorio esaminato dalla Gip Anna Maggiore che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Storicamente e come raccontano anche i pentiti, ex uomini d’onore Santo La Causa e Fabrizio Nizza il gruppo farebbe riferimento ancora a Calogero “Carletto” Campanella e i fratelli Salvatore e Venerando Cristaldi.

E’ la “compagine più affidabile e tenuta maggiormente in considerazione da “Nitto” Santapaola in persona;- scrivono gli inquirenti –  non a caso il primogenito del “padrino”, Vincenzo aveva scelto proprio il quartiere di Picanello per stabilirvi la propria residenza”.

Giovanni Comis avrebbe ripreso le redini del gruppo di Picanello dopo la sua scarcerazione nel 2013 e soprattutto avrebbe preso il posto di Lorenzo Pavone, arrestato nel maxi blitz Fiori Bianchi. Inequivocabili le intercettazioni dei carabinieri che hanno piazzato le cimici a causa di Marco Brischetto e nella macchina dell’autista di Comis, Domenico Fabio Scalia.

Come vuole la migliore tradizione mafiosa ad ogni festività avviene lo scambio dei doni tra gli affiliati. Le telecamere dei carabinieri hanno registrato la “distribuzione” delle uova di cioccolato poco prima della Pasqua del 2014. Sono almeno sessanta le uova pasquali distribuite ai soldati del “Gruppo di Picanello”. Nei nastri sono immortalati Giovanni Comis e suo figlio in vari momenti, anche mentre scaricano gli scatoloni. Un elemento investigativo che serve a supportare la contestazione dell’esistenza di una consorteria mafiosa composta da affiliati che rispondono alle regole di Cosa Nostra.

Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento di una cancelliera della Procura di Catania che avrebbe fornito informazioni a uno degli indagati sulle inchieste relative al gruppo di Picanello. Alla cancelliera, la cui posizione è stata stralciata da questo procedimento, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari insieme ad altri 9 indagati.

Questi gli altri indagati:Marco Battaglia, Davide Battiato, Marco Brischetto, Carmelo Maimone, Michele Panebianco, Corrado Santonocito, Domenico Fabio Scalia, Simone Spampinato, Giovanni Antonino Tosto, Vincenzo Zuccaro, Lorenzo Pavone, Giuseppe Petralia, Giuseppe Tringale. Tutti sono accusati di associazione mafiosa al clan Santapaola Ercolano.

Gli arrestati dell’operazione Orfeo, primo troncone