Processo a Messina Denaro, poliziotto vivo per miracolo: “Quando ero ad Agrigento…”

“Il nome di Matteo Messina Denaro e del padre Francesco, in piu’ occasioni sono emersi nelle indagini che ho condotto sulla mafia trapanese”. Lo ha detto Rino Germana’, dirigente della Squadra Mobile, scampato miracolosamente a un agguato nel settembre del 1992 a Mazara del Vallo, quando era vicequestore aggiunto, deponendo al processo che si celebra in Corte d’Assise a Caltanissetta e che vede imputato il superlatitante Matteo Messina Denaro, accusato di essere tra i mandanti delle stragi di Capaci e via d’Amelio. Germana’, oramai in pensione, ha detto che all’inizio della sua carriera, quando era in servizio ad Agrigento, inizio’ ad indagare sui contatti fra le cosche agrigentine, trapanesi e palermitane. Poi il suo trasferimento a Trapani e l’attentato al quale miracolosamente riusci’ a scampare. Germana’, rispondendo alle domande del Pm, Gabriele Paci, ha anche detto di avere collaborato con il giudice Paolo Borsellino.

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