Appalti e tangenti, l’inchiesta si allarga: indagati politici, dirigenti e imprenditori
Un’altra ventina tra sindaci, consiglieri comunali, alti dirigenti, pubblici ufficiali e imprenditori risultano indagati: l’inchiesta si allarga
Sindaci, consiglieri comunali, alti dirigenti, pubblici ufficiali e imprenditori non soltanto della provincia di Agrigento ma di mezza Sicilia. Tutti indagati. Oltre ai quattordici volti noti – rivelati la scorsa settimana da Grandangolo – se ne aggiungono (almeno) un’altra ventina. Per dieci di loro, peraltro, non meno di venti giorni fa è stata richiesta una ulteriore proroga di indagine di sei mesi.
Le ipotesi di reato contestate (a vario titolo) sono le più disparate: dall’associazione a delinquere alla corruzione e ancora turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, concussione, inadempimento di contratti, frode nelle pubbliche forniture e tanto altro. E tutto questo riguarda solo la parte di indagine relativa a Licata.
L’inchiesta della procura di guidata da Giovanni Di Leo – che ipotizza un vasto sistema di tangenti utilizzate per pilotare gli appalti pubblici – si allarga a macchia d’olio. La notizia – certamente – non coglierà di sorpresa i più attenti a queste dinamiche (compreso chi è coinvolto) ma la portata dell’attività investigativa, condotta dalla Squadra mobile agli ordini del vicequestore Vincenzo Perta, sembra andare ben oltre i confini territoriali dell’agrigentino. Gli ultimi provvedimenti (arresti, perquisizioni e conseguenti convalide) hanno “costretto” la procura di Agrigento a scoprire (inevitabilmente) alcune carte. Non tutte, evidentemente. Ma con il passare dei giorni l’inchiesta – avviata oltre un anno addietro – assume dimensioni imponenti.
Grandangolo ieri mattina, ancora una volta in esclusiva, ha rivelato la genesi delle indagini: le dichiarazioni di un imprenditore che ha raccontato l’esistenza di un gruppo di potere – con coperture politiche di alto livello – in grado di condizionare il libero mercato in favore di alcuni e a discapito di altri. Fermo restando la presunzione di innocenza di tutte le persone coinvolte – almeno in questa fase dell’attività – la procura di Agrigento si è attivata per cercare i doverosi riscontri alle dichiarazioni accusatorie. Dal centro di Licata – epicentro dell’intera inchiesta – si arriva dritti all’interno dei palazzi del potere dell’isola. A cascata vengono intercettati tutti, ma proprio tutti: amministratori locali, politici, dirigenti, manager. I colloqui, gli incontri, anche quelli più riservati, vengono registrati. La procura di Agrigento è pronta a fare la prossima mossa. La storia continua.