Corruzione e peculato, chiuse indagini presidente Ars Galvagno
Tutte le accuse e i nomi degli altri indagati
La Procura della Repubblica di Palermo ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, di Fratelli d’Italia. L’ipotesi di accusa nei suoi confronti è di corruzione impropria e peculato d’uso. Con lui anche l’ex portavoce con funzioni anche di addetto stampa, Sabrina De Capitani. L’avviso di chiusura indagini prelude, di norma, alla richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda è quella del giro di assegnazioni di finanziamenti pubblici nell’organizzazione di eventi in cambio di presunti favori e prebende ad amici e collaboratori del numero uno dell’Ars, nonchè dell’utilizzo dell’auto blu. Galvagno proprio in questi giorni sarà sentito dai probiviri del partito.
Galvagno, atti procura escludono l’utilità personale
Nell’atto di chiusura delle indagini non vengono contestate le presunte utilità personali relative a biglietti per concerti, auto a noleggio, palestra e abiti.
“Per 29 giorni consecutivi giornali e siti d’informazione mi hanno addebitato utilità che non esistono”, afferma il presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Domani Galvagno sarà ascoltato dai probiviri di Fratelli d’Italia, con lui ci sarà anche Elvira Amata, assessore al turismo in Sicilia, anche lei indagata per corruzione, nella stessa inchiesta.
L’udienza davanti ai giudici del partito era stata programmata nei giorni scorsi alla luce delle notizie sull’indagine della Procura di Palermo.
Galvagno ha ulteriormente spiegato: “Mi è appena stato notificato dalla Procura di Palermo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Dopo le dichiarazioni che ho reso agli inquirenti e da una prima lettura dell’atto, che comunque avrò modo di approfondire con miei legali quando entreremo in possesso dell’intero fascicolo, registro con soddisfazione che sono state escluse tutte le presunte indebite utilità che avrei percepito a titolo personale”. Lo afferma il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno. “Confido con l’integrale accesso agli atti di poter dissipare i dubbi e le perplessità di sorta sulla correttezza istituzionale del mio operato tra ciò che rimane come ipotesi di reato – aggiunge – In ogni caso mi riservo anche sulla contestazione del peculato di fornire tutti i chiarimenti necessari all’effettivo utilizzo previsto dal regolamento”.
Accuse e indagati
Gli indagati sono sette in totale: oltre a Galvagno c’è la sua addetta stampa Sabrina De Capitani, il manager Nuccio La Ferlita, l’imprenditrice Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto, patron di Sicily by car (estraneo ai fatti); Alessandro Alessi, titolare di una società che organizza eventi; Marianna Amato e il segretario particolare di Galvagno, Giuseppe Cinquemani.
E’ lunga la lista delle contestazioni che la Procura di Palermo rivolge al presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, accusato di corruzione e peculato, e a sei altri indagati nell’inchiesta su presunti illeciti nelle elargizioni di fondi pubblici. Galvagno ha ricevuto oggi l’avviso di chiusura dell’indagine, atto che di solito è propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i pm, l’esponente di Fratelli d’Italia, con la complicità della ex portavoce Sabrina De Capitani, in qualità di presidente dell’Ars, avrebbe fatto avere illecitamente a Marcella Cannariato, presidente della Fondazione Dragotto e moglie del patron della Sicily By Car, 11mila euro per un apericena organizzato per l’evento “Donna Economia e Potere”, dalla Fondazione Belisario di cui la Cannariato era rappresentante in Sicilia. Gli è contestato anche di avere fatto avere un contributo di 15mila euro da parte della Presidenza dell’Ars e un contributo di 12.200 euro da parte della Fondazione Federico II alla Fondazione Dragotto, per l’evento “La Sicilia per le donne”, svoltosi a Palermo e Catania il 25 novembre 2023. Galvagno si sarebbe anche speso per fare inserire in una legge regionale un contributo di 100 mila euro in favore della Fondazione Dragotto, destinato alla manifestazione “Un Magico Natale” edizione 2023 e per fare inserire, sempre in una legge regionale, un contributo di 98mila euro per la stessa fondazione per l’evento “Un Magico Natale” edizione 2024. In cambio, è la tesi dell’accusa, avrebbe accettato la promessa del conferimento di un incarico di consulenza legale da parte della A&C Broker srl (legalmente rappresentata dalla Cannariato) alla cugina Martina Galvagno, non indagata, e la nomina di Franco Ricci, compagno della De Capitani, a componente del Cda di Sicily By Car spa. Secondo l’accusa, la Fondazione Dragotto avrebbe inoltre dato incarichi a Marianna Amato, amica di Galvagno, per l’evento La Sicilia per le Donne, e una serie di consulenze ad Alessandro Alessi, imprenditore, definito dai pm “facilitatore degli accordi illeciti” e Sabrina De Capitani per l’ organizzazione dell’edizione 2023 di Un magico Natale.
Nei capi di imputazione emergono inoltre i nomi di Giuseppe Cinquemani, collaboratore di Galvagno, e dell’imprenditore catanese Sebastiano La Ferlita, non indagati. Il presidente dell’Ars avrebbe fatto inserire in una legge regionale un finanziamento di 240mila euro in favore del Comune di Catania, destinato allo svolgimento dell’evento “Capodanno di Catania” edizione 2023, poi aggiudicato dalla Puntoeocapo srl di La Ferlita. In cambio, l’imprenditore avrebbe dato una consulenza di 20mila euro alla De Capitani e fatto un bonifico di 8mila euro al giornalista Salvatore Pintaudi (a cui però non è stato notificato l’avviso di conclusione indagini). A Galvagno si contesta anche l’aver usato per 60 volte per fini non istituzionali l’auto blu. Il politico di FdI avrebbe mandato l’autista con l’Audi dell’ufficio ad acquistare cibo e ad accompagnare familiari come la sorella. Galvagno, interrogato i 7 giugno, ha sempre respinto le accuse. Il procedimento nasce da una indagine del 2023 sulle spese della Regione siciliana per il Festival del cinema di Cannes.