Il Cupa di Agrigento è uno straordinario laboratorio politico: vergogna!

Una vergogna. Sapete dirmi che tipo di sentimento vi assale ogni qual volta si ritorna a parlare del Polo Universitario di Agrigento? Personalmente provo un forte senso di imbarazzo, di rossore. Imbarazzo nel vedere questo squallido teatrino che, ormai, puntuale come un orologio svizzero, si palesa ad Agrigento. E puntuali, come ogni anno, sono i comunicati che altrettanto puntualmente emergono, talora da un ufficio e talora dall’altro. “Salviamo il Polo Universitario”, “Il Cupa rappresenta un volano per questa terra”, “L’università ad Agrigento è il simbolo di riscatto”. Ok, bene, tutti discorsi utilizzabili in qualsiasi ridicola finale di Miss Italia o di qualche altro concorso di bellezza di periferia. Oltre le parole, cosa resta? Di fatti nemmeno l’ombra.

Una delle tante assemblee per scongiurare la chiusura del Cupa

Il fastidio che provo nel trattare questo argomento si fa sempre più pregnante. E questo fastidio è certamente riconducibile ad una sola causa da cui, semmai, si diramano le altre. L’arroganza, la mancanza di visione e la continua mortificazione messa in atto da tutti coloro i quali, nessun escluso, hanno avuto a che fare attivamente con il Cupa. Ancor prima di parlare dei soliti problemi economici, soci che si ritirano, la mancanza di fondi e contributi finanziari bisognerebbe partire dal principio e dalla nascita del Cupa. Ovvero, ancora prima degli sbandieramenti messi in atto e delle coccarde sistemate di gran punto sul petto dei formidabili statisti che si sono alternati, bisognerebbe farsi due domande. Per esempio, dal momento della nascita del novello Polo universitario, quali sono stati i progetti di investimento? Dalla creazione di questo importantissimo strumento di sviluppo quali sono stati gli interventi culturali, di pianificazione formativa e quali le proposte? Insomma, da quando è nato il Polo Universitario ad Agrigento, qual è stata la sua mission? Dove si voleva arrivare e in quanto tempo? Tutte domande che, per la situazione in cui ci troviamo e vediamo oggi, dubito si siano poste. Da qui la mia rabbia ed il mio rossore.

L’ingresso del Polo Universitario di Agrigento

Il Cupa, dalla nascita ad oggi, non è mai stato investito da visioni culturali o programmazioni che potessero dare ossigeno e spinta ad un polo dalle dimensioni ridotte ma dalle specificità e potenzialità grandiose (che fine ha fatto l’eccellenza in campo migratorio che doveva far ripartire il Polo con tanto di conferenza stampa del Ministro degli Interni?) . Parliamoci chiaro, l’università ad Agrigento è stata portata avanti con una sola finalità, un solo scopo: quello di essere un grandioso bacino e laboratorio politico, uno strumento con cui viene prima il benessere strettamente politico rispetto a quello culturale e sociale. Da qui, la puntualità con cui ogni anno si cerca di rianimare un morto che, se non oggi ed in queste condizioni, inevitabilmente morirà nel breve tempo.

La protesta degli studenti universitari

Prima di realizzare, ancora una volta, scambi di comunicati, autocelebrazioni ridicole, assemblee in cui tutti parlano per non dire niente, manifestazioni che non portano a nulla, passatevi tutti la mano sulla coscienza. Il problema è a monte, come in ogni cosa. In questo caso, un peccato originale (non perdonabile). Questa università, dal momento in cui è stata concepita, non ha mai rappresentato un momento di sviluppo, di confronto e di strumento di crescita per il territorio, creando un circuito che potesse portare benessere all’intero tessuto provinciale. Questa università è un laboratorio politico dove gli studenti sono le cavie, peraltro passive. Complimenti.