Un Tribunale della California ha deciso di servire un piccolo assist, di aprire una piccola porta nel server di Facebook. E’ proprio qui che i magistrati palermitani sperano di fare leva per poter mettere le mani su quei segreti, soprattutto legati all’account della sorella di Matteo Messina Denaro, per avvicinarsi ancora di più al capo di Cosa Nostra. Infatti, prima dell’arresto della sorella del numero uno della Cupola, vi è molta probabilità che lo strumento per comunicare fra i due fosse proprio il famoso social network.
E allora gli inquirenti si mettono a lavoro e scoprono, dopo vari tentativi, che vi è un altro canale di comunicazione fra i due parenti: troppo veloce, troppo rapido. E poi l’illuminazione. Anna Messina Denaro apre un account scegliendo un nome tipicamente romano, Lucilla.
Adesso, il social network ha fornito una lunga lista di messaggi privati della Messina Denaro, non tutto era stato cancellato. E sono stati indicati pure alcuni indirizzi Ip dei suoi corrispondenti.
Montagna di documenti a parte, la procura diretta da Francesco Lo Voi ha potuto contare su un’importante collaborazione internazionale. Anche grazie al sostegno della direzione nazionale antimafia e dell’Fbi. Dopo il via libera di Facebook, l’ambasciata americana a Roma ha messo a disposizione degli investigatori della Dia diretta dal generale Nunzio Ferla un server dedicato per scaricare i file. La porta che sembrava impossibile da attraversare.
Oggi, è una caccia fra gli indirizzi Ip dei misteriosi interlocutori con cui Anna Patrizia si scambiava affettuosità e indicazioni apparentemente innocue. Chissà se la strada della campagna e la strada di Facebook si incontravano. Di sicuro, non si è mai scoperto come arrivavano i pizzini nelle masserie. “Con la carrozza“, dicevano i boss. “Stanotte è arrivato con la carrozza“. Il pizzino di carta e scotch. Di poche righe, come fosse un messaggio Facebook.