Altra ecatombe di smentite travolge l’architetto pentito Tuzzolino

Un’altra ecatombe di smentite, alcune davvero convincenti, si abbatte sul pentito Giuseppe Tuzzolino che ha già deposto nel processo d’appello a carico dell’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa che si è tenuto in un aula bunker del carcere di Bicocca a Catania.

Dopo le sue dichiarazioni rese in pubblica udienza lo scorso 11 maggio, oggi sono stati chiamati a deporre quanti sono stati tirati in ballo dall’architetto-pentito. Già la scorsa settimana avevano deposto l’architetto Calogero Baldo, ex suocero di Tuzzolino, accusato di plurime nefandezze e l’ing. Giovanni Romiti della Politecnica srl che avevano smentito in toto il collaborante. Laconico il giudizio di Baldo: “E’ un cocainomane frequentatore di prostitute”.

Oggi è stata la volta del segretario generale della Regione Siciliana, Patrizia Monterosso accusato di intascare tangenti e di far parte della massoneria deviata; l’on. Roberto Di Mauro tirato in ballo per vicende di appalti e di organizzare riunioni politiche con i mafiosi; l’ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi , il medico Lorenzo Vella di Palma di Montechiaro accusato di organizzare riunioni politiche in favore di Lombardo con esponenti di mafia e stidda, e Leonardo Rinaldi dirigente di una società dell’Enel della Green power, ma per Tuzzolino, un agente dei servizi segreti vicino a Raffaele Lombardo destinatario di una tangente da 400 mila euro per un appalto.

Tutti hanno massacrato il pentito davanti ai giudici del Tribunale (presieduto da Tiziana Carrubba) ed ai pm Agata Santonocito e Sabrina Gambino.

A muovere le danze sono stati gli avvocati di Lombardo, Filippo Dinacci e Alessandro Benedetti che hanno interrogato i testimoni (pubblicheremo i relativi verbali appena disponibili).

Patrizia Monterosso in particolare ha azzerato le dichiarazioni del collaborante affermando di non conoscere Tuzzolino, di non averlo mai incontrato insieme al suocero, di non essere massone e di aver sempre denunciato massoneria e malaffare.

Sulla stessa lunghezza d’onda, l’on. Roberto Di Mauro, attuale deputato regionale, leader dei lombardiani in provincia di Agrigento che, carte alla mano, ha ricostruito i percorsi degli appalti per i quali è stato tirato in ballo, evidenziando il totale mendacio del teste-pentito. Anche Eugenio D’Orsi ha smentito Tuzzolino così come il medico Lorenzo Vella e il dirigente Enel Rinaldi.

Un massacro sotto il profilo della credibilità dell’architetto à collaboratore di giustizia la cui attendibilità verrà nuovamente messa a confronto con altri due testimoni eccellenti: Giuseppe Arnone, già vicesindaco di Licata e Giosuè Sciabica, cognato di Tuzzolino, oggi entrambi regolarmente citati ma non presenti perché ammalati.