Camastra, rischio carcere per Giuseppe Meli: “Riesame” dispone cattura solo per possesso arma clandestina

Per Giuseppe Meli, 44 anni, figlio di Rosaio Meli, di Camastra, detto anche “u Puparu”, coinvolto nell’operazione “Vultur del luglio scorso, c’è il concreto rischio di finire in carcere.
Stamani, è stata depositata l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Palermo che ha preso in esame il ricorso della Dda di Palermo avverso la mancata cattura dell’uomo in occasione del blitz. Il Gip del Tribunale di Palermo non aveva accolto la richiesta di arresto per i reati di associazione mafiosa, estorsione e detenzione e detenzione di arma clandestina.
Ebbene, i giudici hanno deciso in questo modo: per l’associazione mafiosa e per l’estorsione (ai danni dei titolari di una ditta di pompe funebri di Camastra) il ricorso della Procura è stato rigettato. Per l’arma clandestina e per alcune cartucce il Tribunale del Riesame ha ritenuto sussistente il reato, senza gravarlo della mafiosità prevista dall’articolo 7.
E per questo è stato disposto l’arresto.
Adesso, sarà cura dell’avvocato Giuseppe Barba, difensore dell’uomo, provvedere a depositare ricorso avverso tale decisione in modo da renderla non esecutiva. Solo dopo il pronunciamento della Suprema Corte sapremo il destino di Giuseppe Meli che, allo stato rimane in libertà.
L’uomo è fratello di Vincenzo Meli anch’egli finito in manette nella stessa operazione insieme a Calogero Piombo di 65 anni, Angelo Prato, 38 anni di Camastra, e il canicattinese Calogero Di Caro di 70 anni.
Oltre Giuseppe Meli ci sono: sua sorella Rita Meli, 49 anni; Biagio Di Caro, 58 anni; Giuseppe Brunco, 34 anni, recentemente arrestato per fatti legati allo spaccio di droga, Giuseppe Sorintano, 23 anni; Saverio Piraino, 49 anni tutti di Camastra e Michele Giordano, 37 anni di Canicattì.