Gli incontri pericolosi del consigliere comunale (ex) con il boss Pietro Campo

Dieci giorni fa il sostituto commissario della squadra mobile di Palermo, Giuseppe Baldagliacca nel corso della prima udienza del Processo “Icaro” che vede alla sbarra una ventina presunti mafiosi della provincia di Agrigento, aveva raccontato ai giudici della prima sezione penale, presieduti da Giuseppe Melisenda Giambertoni, fatti importanti. 

Ciro Tornatore, Pietro Campo, Vincenzo Marrella (1974)

Sul banco degli imputati Antonino Abate, 29 anni, Carmelo Bruno, 47 anni, Vito Campisi, 45 anni, Roberto Carobene, 38 anni, Antonino Grimaldi, 55 anni, Stefano Marrella, 59 anni, Vincenzo Marrella, 41 anni, Vincenzo Marrella, 60 anni, Pasquale Schembri, 53 anni, Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, Ciro Tornatore, 80 anni, e Francesco Tortorici, 36 anni.

Nello stralcio abbreviato dell’inchiesta ci sono altri ventidue imputati.

Badagliacca, in servizio alla Mobile di Palermo (si occupa dell’area agrigentina) aveva indagato, insieme ai colleghi della Squadra mobile di Agrigento, sui clan del Belice e della zona Montallegro, Siculiana, Realmonte e Cattolica Eraclea ed ha riferito ai giudici di tali investigazioni.

Sollecitato dal Pm della Dda, Claudio Camilleri, disse, ad esempio, che l’allora latitante boss Giuseppe Falsone aveva cacciato tutti quelli che gli avevano votato contro: “Chi aveva partecipato al summit per eleggere il suo rivale Maurizio Di Gati al vertice delle famiglie di Cosa Nostra agrigentina era stato messo fuori”. 

“Il 26 gennaio del 2012 – ha detto il sostituto commissario – parte formalmente l’indagine. In seguito ad alcune attività investigative arriva, infatti, un’indicazione precisa. Alcuni personaggi un tempo riconducibili al gruppo del boss Giuseppe Falsone erano tornati in azione nella zona del mandamento del Belice”. 

Poi parla di un consigliere comunale (oggi ex) di Realmonte che con la sua auto andava nell’ovile di Pietro Campo, ritenuto, in quegli anni, il capo della cupola mafiosa agrigentina.

Antonino Grimaldi

Accompagnava uno degli odierni imputati, Antonino Grimaldi. Quest’ultimo, in altra circostanza, usando l’auto dell’ex consigliere comunale, da solo tornò dal boss di Santa Margherita Belice.

Vicenda inquietante, che non ha sortito – ad ora – sviluppi giudiziari. Ma che l’ordinanza “Icaro” ha tenuto bene in considerazione comparendo numerose volte tra le sue pagine.

La vicenda è sfuggita a tutti.

Ma merita di essere raccontata utilizzando le stesse pagine dell’ordinanza Icaro e i racconti del sostituto commissario Baldagliacca che espressamente fanno riferimento all’odierno ex consigliere comunale (di maggioranza) della Giunta Puccio di Realmonte, eletto nel 2010 (anzi: primo eletto in una lista civica) e che nel 2013 ebbe bruciata un’autovettura.

Si tratta di Fabio Bellomo, 48 anni, oggi non più consigliere comunale, piccolo imprenditore nato in Piemonte (Carignano, Torino)  ma da sempre residente a Realmonte.

Nell’inchiesta “Icaro” la sua figura emerge numerose volte e viene indicato dagli imputati come il “ragazzo dei limoni”.

Il suo nome viene associato a quello di Antonio Griumaldi e Vincenzo Marrella (cl. 74). E viene ritenuto amico dei “pacchiani” di Realmonte.

A proposito di Grimaldi, scrivono i giudici della Dda di Palermo arrivando a Bellomo:

L’ex consigliere comunale, Fabio Bellomo

Fattosi prestare l’auto dal “ragazzo dei limoni” (Fabio Bellomo) poco prima incontrato, la mattina del 21.06.2013 Antonino Grimaldi partiva da Montallegro in direzione di Santa Margherita Belice. Dall’esame delle immagini registrate afferenti l’ingresso dei capannoni di Contrada Gulfa, è stato notato l’arrivo dei due Campo alle ore 09.25 e la loro uscita alle ore 11.07. Grimaldi invece giungeva da solo ai capannoni di Contrada Gulfa, alla guida dell’Opel Zafira, permanendovi tra le ore 10.03 e le 10.56 e dopo la sua uscita dal complesso rurale non si rilevava alcun animale a bordo dell’auto.

Il medesimo ritornava a Cattolica Eraclea alle ore 12.02 e dalle registrazioni di conversazioni intercorse sulla Fiat Punto in uso alla moglie si sentiva la figlia di Grimaldi dire che il padre “era con la macchina di un altro”.

Dai dati di traffico telefonico dell’utenza intercettata di Antonino Grimaldi emergeva lo spegnimento del telefono dalle ore 10.10 alle ore 11.15 di quel giorno, segnale questo inequivoco della volontà di mantenere riservata la natura dell’incontro con i due Campo.

L’autovettura usata da Antonino Grimaldi risultava intestata ad una donna di San Cataldo mentre la copertura assicurativa era stata stipulata da Fabio Bellomo (poi riconosciuto attraverso la visione della foto del cartellino d’identità) con il quale Antonino Grimaldi aveva concordato un appuntamento poco prima delle ore 09.00.

Il giorno dopo (22.06.2013), sull’autovettura Opel Zafira venivano ancora notati a bordo Antonino Grimaldi e Fabio Bellomo, consigliere comunale di Realmonte.

In specie Grimaldi telefonava a Stefano Marrella per fissare un appuntamento in una località indicata come al “Canneto” e dai dati di traffico dell’utenza cellulare emergeva la reale presenza del primo a Montallegro; personale di polizia effettuava una contestuale ricognizione e lo rintracciava all’interno del “Bar Errera” di Montallegro mentre posteggiata nei pressi riscontrava la presenza l’Opel Zafira in uso a Fabio Bellomo.

Dalle registrazioni video presso il c.d. “Bar Errera” si notava, tra le ore 10.42 e le 10.54, l’Opel Zafira con a bordo, Bellomo, Grimaldi e Stefano Marrella.

Alle ore 11.08 Grimaldi in qualità di passeggero della Opel Zafira guidata da Bellomo, giungeva nel deposito di latte di contrada Balate ivi fermandosi per pochissimo tempo.

Al mattino del 28.06.2013, dall’analisi delle attività tecniche, si può affermare che nei pressi del bar sito in via Oreto a Cattolica Eraclea, avveniva l’ennesimo incontro tra Antonino Grimaldi, Stefano Marrella e Vincenzo Marrella cl.74.

Invero, i due Marrella si erano già incontrati alle 19.50 del precedente 27.06.2013 presso il Bar Errera, mentre al mattino successivo Vincenzo Marrella cl.74 telefonava allo zio Stefano per avvisarlo che Antonino Grimaldi li attendeva presso il bar di tale Teresa.

Antonino Grimaldi e Stefano Marrella si risentivano nel pomeriggio del 08.07.2013, momento in cui il primo contattava Marrella e gli chiedeva dove si trovasse per raggiungerlo. Quest’ultimo gli posticipava di un’ora l’appuntamento, in quanto in quel momento si trovava fuori sede con la moglie.

In effetti, alle successive ore 18.10, Grimaldi ricontattava Marrella e lo informava che lo stava attendendo “…all’abbeveratoio…” e Marrella lo tranquillizzava affermando di essere già nei pressi.

In primis occorre evidenziare che il 15.07.2013 che Grimaldi telefonava a Domenico Iacono per fissare, con un pretesto, un immediato incontro; infatti alle ore 18.30 chiamava Domenico Iacono, inteso pacchiano”, per preannunciargli che stava recandosi a Realmonte e con l’occasione gli avrebbe portato “quel cagnolo”; i due rimanevano d’accordo che si sarebbero risentiti più tardi.

Alle ore 19.47, diretti ad un ricevimento, sulla Fiat Punto monitorata si trovava l’intera famiglia di Grimaldi e quest’ultimo, ricontattato Domenico Iacono, fissava il punto d’incontro presso la sala trattenimenti “Madison” di Realmonte dove i due si vedevano in quella via dell’Autonomia Siciliana; dal mezzo di trasporto scendeva il solo Grimaldi, per risalirvi dopo circa 30 minuti.

Dall’intercettazione emergeva la certezza che sull’autovettura non vi era alcun animale ed anzi il figlio chiedeva notizie alla madre circa la motivazione della sosta in quel posto, ma la donna riferiva di non esserne a conoscenza; però dalla conversazione emergeva che Grimaldi stava incontrandosi con almeno due persone.

Invece il 16.07.2013 Antonino Grimaldi alle ore 09.07 chiamava telefonicamente Salvatore Taormina, a cui riferiva uno strano messaggio secondo cui: “la cane ha partorito, ne ha fatti otto ma sotto ne ha cinque”, quindi continuando diceva che ieri qualcuno lo aveva chiamato (riferendosi a Domenico Iacono ed alla supposta consegna del “cagnolo” del 15 luglio) e quindi Salvatore Taormina chiedeva se nel pomeriggio potevano fare un salto “là con Fabio” e Grimaldi acconsentiva.

Da un servizio di osservazione si notava all’ingresso di Cattolica Eraclea l’arrivo di una Golf Volkswagen con alla guida Salvatore Taormina in compagnia di Fabio Bellomo; da successive conversazioni telefoniche emergeva che l’incontro con Antonino Grimaldi era stato fissato in via Dubcek a Cattolica Eraclea.

Alle ore 18,31, a bordo della predetta autovettura, i tre giungevano alla masseria di Pietro Campo, in contrada Gulfa per uscirne dopo circa venti minuti.

Tra le altre precauzioni adottate dal Grimaldi per mantenere riservato l’incontro a Santa Margherita Belice, quella di lasciare il telefono cellulare a Cattolica Eraclea.

Nella successiva conversazione, , i due “compari” esplicitavano l’argomento trattato, ovvero la preoccupazione di Vincenzo Marrella cl.55 di essere scavalcato nel suo ruolo da Antonino Grimaldi, tanto da indurlo a chiedere chiarimenti ad altri personaggi, ma Grimaldi si giustificava sostenendo di non essersi mai intromesso nelle vicende di Montallegro limitandosi a gestire esclusivamente la zona di sua competenza e che se Vincenzo Marrella cl.55 aveva da lamentare qualcosa poteva farglielo presente direttamente.

Nel pomeriggio del 26.07.2013, come si riscontrava dalla localizzazione satellitare a bordo dell’autovettura Fiat Punto in uso Antonino Grimaldi, alle ore 16.09 circa la stessa risultava in sosta presso un appezzamento di terreno, nella disponibilità di Stefano Marrella, sito lungo una strada interna che collega Montallegro con Cattolica Eraclea.

Personale dipendente raggiungeva immediatamente la campagna de qua, rilevando la presenza della Fiat Punto nonché quella della Nissan Vanette, in uso a Stefano Marrella.

Alle successive ore 17.15 circa quel personale notava Marrella e Grimaldi uscire dalla fitta vegetazione per raggiungere le rispettive autovetture, constatando che quest’ultimo non recava al seguito alcun involucro né, tantomeno, agrumi in genere, diversamente a quanto detto nella telefonata della sera prima.

Come se non bastasse, il 30.07.2013 Antonino Grimaldi, ancora in compagnia di Fabio Bellomo, a bordo dell’autovettura Opel Zafira di quest’ultimo, giungeva dentro l’abitazione di Pietro Campo dove permaneva tra le ore 10.58 e le ore 12.05.

Contestualizzate all’incontro con Pietro Campo, le telefonate che di seguito si riassumono.

La prima delle ore 10.42 del 29.07.2013 attraverso la quale, con linguaggio convenzionale, Antonino Grimaldi fissava un appuntamento con Fabio Bellomo, per la mattina successiva manifestando l’esigenza di andare a vedere un generico terreno dove erano stati in passato.

Alle 08.55 del 30.07.2013, nel corso della telefonata Domenico Grimaldi riferiva al fratello Antonino Grimaldi che “c’era uno che si sarebbe fatto trovare da Filippo”; si richiamano a tal proposito le pregresse telefonate tra i due fratelli Grimaldi utilizzate solo per determinare incontri tra lo stesso Antonino e Mauro Capizzi.

Alle 09.07 Fabio Bellomo chiamava Grimaldi ed in sintesi lo avvisava di essere in procinto di partire e che sarebbe giunto 20 minuti dopo al bar; tale conversazione escludeva pertanto che fosse Bellomo ad attendere Grimaldi da “Filippo”.

Alle 09.33 Grimaldi provava a contattare Vincenzo Marrella cl.74, ma alle 09.43 era lo stesso Vincenzo cl.74 a chiamare Antonino Grimaldi e stabilire già l’appuntamento per la serata prossima.

La successiva telefonata veniva captata alle 09.58 durante la quale Grimaldi avvisava Putrino Salvatore, con un chiaro messaggio convenzionale, di essere in procinto di recarsi a Ribera.

Alle 10.47 Grimaldi chiamava Giovanni Campo alle 10.47 dicendo di “essere di passaggio” e l’altro, capita l’antifona, lo invitava a raggiungerlo a casa per un “caffè” .

Invece, Grimaldi e Bellomo giunti a casa di Pietro Campo vi permanevano tra le ore 10.58 e le ore 12.05.

Si rappresenta infine, l’ennesimo incontro di Antonino Grimaldi e Fabio Bellomo con CAMPO Pietro, a Santa Margherita Belice, il 01.11.2013.

I medesimi prima si accordavano telefonicamente per vedersi a Cattolica Eraclea e quando Antonino Grimaldi, messosi in viaggio si trovava già a Santa Margherita Belice chiamava Giovanni Campo per avvisarlo di essere in paese per “farsi dare quell’agnello”.