“Mafia bet”, Rolex, oro e denaro in casseforti; le intercettazioni che inguaiano l’on. Pellegrino (vd e ft)

Casseforti piene di soldi, Rolex, gioielli, lingotti d’oro. E’ quanto hanno scoperto nel corso del blitz i Carabinieri del Ros che questa notte hanno eseguito un’operazione antimafia tra Mazara, Campobello e Castelvetrano, arrestando tre persone Calogero John Luppino, Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto, ritenute appartenenti a cosa nostra.

Intanto, destano impressione le intercettazioni. Dal mese di agosto 2017 Stefano Pellegrino aveva cercato un contatto con Luppino e Giorgi. A fare da tramite era stato Andrea Passanante, più volte consigliere comunale e assessore nella giunta dell’ex sindaco Ciro Caravà. Passanante chiese a Luppino di organizzare un incontro fra Giorgi e Pellegrino: “… l’altro giorno avevo parlato con Mario Giorgi, c’era Stefano Pellegrino, diciamo che vi voleva incontrare so che tu sei fuori per ora e quindi diciamo..”. Un invito a cui Luppino rispondeva: “…se c’è da dare una mano di aiuto a qualche amico, uno anche… meglio avere amici che avere nemici”.

L’incontro fra Luppino, Giorgi e Pellegrino avvenne il 3 ottobre successivo, un mese prima del voto, nella sede del movimento politico “Io amo Campobello”, in via Risorgimento, nel paese in provincia di Trapani. Un incontro anticipato da Luppino con un Sms allo zio: “Lunedì ore 19:00 incontro con Stefano Pellegrino, io e tu”. Il 5 ottobre 2017 Luppino contattava Giorgi per rassicurarlo: “…allora mi ha chiamato ieri l’avvocato Pellegrino… e mi ha detto che lui ha depositato l’accettazione della candidatura…”.

Ed ancora:

“Buongiorno Stefano, la signora… mi ha chiesto se puoi parlare di nuovo con Giorgi per un po’ di spesa per Capodanno”.

E’ con sms di questo tenore che Stefano Pellegrino, deputato regionale marsalese indagato per corruzione elettorale nell’operazione “Mafiabet” della Dda di Palermo, veniva informato dalla sua segretaria delle richieste di chi lo aveva votato, secondo quanto emerge dal provvedimento dei magistrati. Pacchi di pasta, banconote da cinquanta euro, ma anche candidati e grandi elettori avvicinati e convinti a sostenere Pellegrino.

Erano queste le pratiche adottate dal duo composto da Salvatore Giorgi, detto Mario, e il nipote Calogerno Jonn Luppino, fermati assieme a Francesco Catalanotto nell’ambito dell’operazione dei carabinieri coordinata della Dda di Palermo.

Al deputato in ogni caso non viene contestata l’aggravante di aver agevolato Cosa nostra perchè secondo il gip poteva non conoscere i legami con la mafia dei suoi sostenitori di Campobello di Mazara.

“Noi siamo andati avanti – diceva Luppino, intercettato dai carabinieri – e facciamo continuare ad andare avanti con Stefano qualsiasi cosa serve. Anche perchè è uno contro uno, qua. E siamo avanti. Che fa? Se dobbiamo vincere, non dobbiamo rischiare di perdere”.

Così aveva convinto un soggetto mazarese impegnato nel settore delle slot machine e vicino alla mafia di Mazara del Vallo.

Anche Rosario Allegra, cognato del latitante Matteo Messina Denaro, raccontava al telefono di “aver dato qualche voto a Pellegrino ma così a livello amichevole”, mentre Dario Messina (presunto reggente della famiglia di Mazara del Vallo, adesso in carcere) avrebbe raccolto 162 voti tra “amici e cose”.

Per i pm però il reato di compravendita di voti è comprovato da alcune intercettazioni del marzo 2018 in cui Giorgi “ammetteva di aver consegnato generi alimentari a tutti gli abitanti delle case popolari”, compreso il suo interlocutore “al quale aveva dato 50 euro la settimana successiva alle elezioni”.

Di certo, per il Gip, “nella compravendita dei voti commessa dal Giorgi era direttamente coinvolto il politico Pellegrino in prima persona”. E Luppino assicurava che “Tutti Pellegrino hanno votato”.

“Oggi sono andato con Nino da Stefano Pellegrino e abbiamo parlato di politica e compagnia bella, domani si fanno i deputati questori. Lui, non so cosa minchia gli spetta, lui mi ha detto: ‘io ho già parlato con l’assessore quelli di… tutti gli assessori disponibili a venire in provincia di Trapani ha parlato addirittura con Sgarbi per le Cave di Cusa, e compagnia bella’”.

Così l’imprenditore mafioso Mario Giorgi parlava col nipote Calogero Luppino, “re delle scommesse online” riguardo al neo eletto deputato di Fi all’Ars Stefano Pellegrino che entrambi avevano sostenuto elettoralmente. “Pellegrino mi ha detto – proseguiva Giorgi – vediamo rispetto agli assessorati dove possiamo… mettere, tutti… anche persone nostra di fiducia’ ed ha detto che vuole un curriculum per quanto riguarda un revisore dei conti all’assessorato all’Agricoltura che è un assessore di Forza Italia questo… Dice: ‘datemi un curriculum di un revisore dei conti iscritto all’albo… e cose, e poi vediamo le altre cose che possono nascere'”.