Categories: AperturaMafiaTrapani

Messina Denaro re degli appalti: 3 società pilotate, 11 arresti, indagato anche giornalista (video)

C’è anche un giornalista coinvolto nell’operazione antimafia all’alba di oggi in provincia di Trapani. Si tratta di Filippo Siragusa, collaboratore del Giornale di Sicilia, che è accusato di intestazione fittizia di beni. Al cronista, direttore del sito Mybelice.it, è stato applicato l’obbligo di  dimora.  Siragusa è accusato di “intestazione fittizia di beni”. Proprio qualche giorno fa Siragusa aveva moderato una tavola rotonda sulla legalità in una scuola di Mazara del Vallo.

Undici ordinanze restrittive, tre aziende sequestrate. Secondo la polizia ci sono le mani della mafia nella realizzazione di un parco eolico e anche in parte dei lavori nella maxi ristrutturazione dell’ospedale “Abele Ajello”, appena inaugurato. L’operazione è stata denominata “Ermes 2” perché è la prosecuzione dell’operazione “Ermes” che nell’agosto 2015 portò in carcere i fedelissimi di Matteo Messina Denaro.

Complessivamente sono settanta gli uomini della Polizia di Stato di Trapani, Palermo, Mazara del Vallo e Castelvetrano impegnati nell’operazione. L’indagine ha confermato i saldi contatti tra il clan mafioso di Mazara del Vallo, retto da Vito Gondola, e quello di Castelvetrano e ha svelato gli accordi per spartirsi gli appalti sotto le direttive del latitante Messina Denaro, al quale il Gondola si rivolgeva per dirimere le varie controversie insorte. Le imprese sequestrate erano direttamente controllate dalle famiglie mafiose del trapanese attraverso alcuni prestanome.

Fra gli undici arrestati del blitz scattato questa notte ce ne sono due, insospettabili, Carlo e Giuseppe Loretta, che in rappresentanza della famiglia di Mazara del Vallo si erano aggiudicati parte dei lavori del parco eolico. Erano riusciti anche a gestire per qualche mese un subappalto per i lavori che la Cms di Ravenna sta facendo all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, subappalto poi revocato grazie all’interdittiva antimafia per i Loretta emessa dalla prefettura.
Ecco i nomi degli arrestati e dei coinvolti:
Applicazione della misura cautelare in carcere:
Epifanio Agate, 43 annidi Mazara del Vallo, per attribuzione fittizia di beni a terzi (quote delle società mazaresi My Land e Fishmar) e estorsione aggravata dal metodo mafioso; Carlo Antonio Loretta, 50 anni di Mazara del Vallo (nato a Ville de Tourconing (Francia), e Giuseppe Loretta, 36 anni di Mazara del Vallo, per associazione mafiosa e attribuzione fittizia di beni a terzi (quote della società Mestra e Medioambinte); Angelo Castelli, 71 anni di Mazara del Vallo, per favoreggiamento all’associazione mafiosa di Mazara del Vallo e Castelvetrano.
Applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza: Andrea Alessandrino, 43 anni di Mazara del Vallo; Filippo Siragusa, 55 anni di Castelvetrano, Paola Bonomo, 29 anni di Mazara del Vallo, per attribuzione fittizia di beni in concorso (per la società Medioambiente); Rachele Francaviglia, 33 anni di Palermo; Francesco Mangiaracina, 43 anni di Mazara del Vallo; Nataliya Ostashko, 39 anni, nata a Engels (Federazione Russa) e residente a Mazara; Nicolò Passalacqua, 48 anni di Mazara del Vallo, per attribuzione fittizia di beni in concorso (per la società My Land e Fishmar).
Avvisi di garanzia sono stati notificati a Maria Grazia Vassallo, Vita Anna Pellegrino e Filippo Frazzetta, commercialista di Mazara.
Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di alcuni beni e/o proprietà a carico degli indagati:
Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società Mestra srl con sede in Mazara del Vallo; Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società cooperativa Medio Ambiente con sede in Mazara del Vallo; Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società My Land srl con sede in Mazara del Vallo.
Le indagini hanno svelato anche il ruolo di un rampollo di mafia, Epifanio Agate, il figlio di Mariano, uno dei fedelissimi di Riina e Provenzano. Pure lui è stato arrestato, gestiva due società impegnate nel commercio di pesce. Nelle intercettazioni, gli investigatori della Mobile diretta da Fabrizio Mustaro l’hanno sentito chiamare Messina Denaro “quello di l’ogghiu”, quello dell’olio.