Partono da Agrigento le nuove sfide del Pd

“Il Partito democratico ed il centro sinistra davanti alle nuove sfide”.
E’ questo il titolo del convegno che si è svolto al Grand Hotel Mosè di Agrigento.
Come da programma gli interventi del deputato all’Ars Giovanni Panepinto, del parlamentare Tonino Moscatt (che ne è stato il moderatore) e del segretario provinciale Pd Peppe Zambito insieme a Silvia Licata del circolo locale.
Non sono mancati i contributi di amministratori locali come Alberto Di Girolamo e Rosalia Stadarelli e di profili accademici come Giuseppe Fiorello. Il dibattito è stato aperto a tutti e ha contribuito notevolmente alla riuscita del convegno le cui conclusioni sono state tratte dal segretario regionale Fausto Raciti. Ha assistito all’incontro la vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello.

L'intervento del sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo
Il deputato Tonino Moscatt apre i lavori
Il manifesto del convegno
Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti
La vice presidente della Regione Mariella Lo Bello
Tonino Moscatt, Raciti e Panepinto

All’on. Giovanni Panepinto che è stato il promotore di questo incontro, abbiamo chiesto quale sia la sfida che il Pd, agrigentino soprattutto, deve e può vincere.
“Quella di rendersi coeso per un partito che ha già subito una scissione. Un pezzo importante del suo gruppo dirigente ha scelto di militare nell’Articolo Uno. Nel frattempo bussano alla porta del Pd persone, corpi sociali che hanno bisogno di essere rappresentati. Quindi la sfida del PD agrigentino è quella di raccogliere le sfide di ciò che accade nel governo delle piccole e grandi città agrigentine, penso a Licata coi problemi che ci sono, penso alla scommessa vinta a Sciacca con l’elezione di un sindaco Pd. E poi la sfida di tanto altro. Faccio un esempio: non è possibile che 11 semafori separino Agrigento da Palermo. E’ aberrante, così come vedere pezzi di aggregati urbani di questa città devono fare 12 chilometri invece di 4 perché è caduto un ponte e l’Anas non provvede in tal senso, non guadagneremo credibilità”.
Lei e altri della vecchia guardia come avete vissuto questa scissione? Con sollievo come ha fatto Renzi oppure con un qualche altro sentimento?
“Diciamo che storie politiche si intrecciano con la storia di ognuno di noi. Ci sono compagni con cui abbiamo fatto battaglie insieme, con cui ci siamo divisi e confrontati. Qualunque scissione è una lacerazione, non è mai un momento di sollievo perché si guadagna spazio. La priorità di un grande partito presuppone che ci siano voci discordanti ma per me l’errore è quello che sia nato a sinistra del Pd proprio da chi il Pd l’ha voluto come Bersani, D’Alema. La battaglia doveva essere dentro il Pd”.
Tutta colpa di Bersani e D’Alema? Qualche colpetto, per essere gentili, l’ha dato Renzi.
“Diciamo che Renzi non si è messo davanti la porta per impedirgli di uscire”.
In questa convulsa fase preelettorale siciliana come riuscirete a districarvi in questo ginepraio che è diventata la Regione?
“La Sicilia che già di per se è un continente e che ha avuto una eredità senza il beneficio d’inventario, è complicata. Per adesso tutto mi ricorda il pirandelliano “Uno nessuno centomila. Sui rifiuti, sull’acqua, su tante parti dell’attività amministrativa e per esempio io non condivido il cambio di guardia alla direzione regionale dei rifiuti. Guardiamo con attenzione questa Sicilia ricordando che in Sicilia c’è un solo partito quello democratico, tutti gli altri sono movimenti o sono altro. Non falliremo in questa battaglia”.
Non vorrebbe essere questa, una domanda di fantapolitica, però molti esuli di Forza Italia tornano o progettano di tornare. Nel Pd e nella sinistra può accadere una vicendevole transumanza?
“Penso sia importante che capiti anche se l’esperimento palermitano lo considero non esportabile nel senso di creare liste o attrattori politici che provano a sottrarre consensi elettorali al Pd. Penso che questo potrà essere una scommessa per cui dico che Articolo Uno è fondamentale per questa coalizione insieme agli altri pezzi. Per questo ci serve un Pd forte”.
Ho rischiato la domanda di fantapolitica visto che i sondaggi danno il Pd in caduta libera, Articolo Uno inchiodato a meno del 4%. Queste cifre non smuovono nulla?
“Certo, fanno pensare anche se sui sondaggi bisogna essere molto prudenti visto le vicende del passato che sono state poi capovolte”.
Fausto Raciti? Ma quanti rospi gli fate ingoiare a Raciti.
“Raciti è uno che sa come condurre un partito complicato e complesso come il nostro”.
Lo fate stancare o lo state sfiancando?
“Raciti è un giovane ed ha energie a sufficienza”.

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