Camastra, l’ex sindaco Cascià ed il suo vice, Urso sono candidabili

Il Tribunale di Agrigento, in composizione collegiale (Alfonso Pinto, presidente; Silvia Capitano, giudice; Rossana Musumeci       giudice relatore ed estensore), riunito in camera di consiglio,  uditi  i difensori delle parti ed il P.M. in sede: rigetta il ricorso proposto  dal Ministro per l’Interno nei confronti di Angelo Cascià e Vincenzo Urso; condanna il Ministero dell’Interno al pagamento in favore di Angelo Cascià e Vincenzo Urso delle spese di lite che liquida, complessivamente per entrambi, in € 3.500,00, oltre spese generali, Iva e Cpa come per legge.

E’ questo  il succo del lungo contenzioso che ha visto l’ex sindaco di Camastra Angelo Cascià e del suo vice, Vincenzo Urso proposti dal ministro per gli Interni alla incandidabilità a seguito dell’inchiesta “Vultur” (il processo di primo grado si è concluso con pesanti condanne) che lasciava intuire pressioni mafiose nei confronti degli amministratori locali provocando lo scioglimento del Comune.

I due ex amministratori si sono costituiti in giudizio con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino, Massimiliano Valenza e Mario La Loggia, contestando l’intero impianto della misura adottata, “in quanto contraddittorio, tenuto conto del fatto che per stessa ammissione della Commissione d’accesso che aveva proposto lo scioglimento del consiglio comunale, gli elementi raccolti durante le indagini e le ispezioni non avevano determinato l’emersione di un reale tentativo di condizionamento mafioso delle scelte dell’Amministrazione”.