Prime caute notizie dopo la fase congressuale del Pd agrigentino

Ha preso il via il workshop promosso dal Partito Democratico della provincia di Agrigento e già emergono le prime notizie sulle mozioni congressuali che hanno animato il progetto politico programmatico.


Il tesseramento, innanzitutto che è stato conteggiato in 3807 iscritti dall’incaricato Maurizio Masone che da funzionario-impiegato di partito evidentemente rimane nel Pd di Renzi, Orlando ed Emiliano dopo essere stato storicamente vicino al dalemiano scissionista Capodicasa.

Workshop Pd, intervento on. Panepinto

E adesso la prima deduzione da fare è se Il Centro Pasolini, di cui Masone è rettore, rimarrà in dotazione al Pd non scissionista, dilemma tra i dilemmi che si proporranno a carambola in tutto l’apparato. Oggi pomeriggio erano presenti gli on. Panepinto, Moscatt, Iacono e in una pausa dei lavori abbiamo incontrato il segretario provinciale Giuseppe Zambito e l’on. Giuseppe Lauricella a sostegno della mozione Orlando.
Segretario una prima percentuale di preferenze tra le varie mozioni è già possibile?

Workshop Pd, il segretario Zambit“Ancora è troppo presto anche se le prime indicazioni che mi arrivano vedono in testa Renzi e poi Orlando ed Emiliano, quest’ultimo sostenuto suppongo da Mariella Lo Bello e quindi Crocetta”.

Ma tra queste componenti c’è almeno un minimo denominatore comune di temi e proposte?
“Oggi è stata una giornata importante dove al di là degli schieramenti si sono discusse le tematiche più importanti della provincia, le realtà delle comunità dove viviamo e che non sempre siamo stati capaci di interpretare”.

Per quanto riguarda Agrigento città, le scelte che avevate fatto per sindaco e consiglio comunale sono state verificate o si sono rivelate proficue?
“Se devo essere obiettivo credo che noi abbiamo commesso degli errori. Non posso dire di essere soddisfatto e che tutto quanto non è di esclusiva responsabilità del sindaco. Ci sono responsabilità nostre che non siamo riusciti a incidere più di tanto. Sono analisi che andranno fatte subito perché questa città non può reggere soltanto sulla gestione del Parco o perché ci sono le immagini di Camilleri e Pirandello.Questa città non ha bisogno di piccole apparizioni televisive e l’azione del Parco dimostra che c’è bisogno di dare competenze e favorire il funzionamento di tante iniziative”.

La componente socialista alloggiata dentro il Pd?
“L’on. Giuseppe Lauricella fa parte originariamente di questa storia e ce n’è un’altra che fa capo a Salvo Andò”.
Invece l’antico apporto dei cattolici? Per merito della politica Vaticana e non dei Partiti politici, oggi Agrigento si trova in una posizione di grande importanza.
“Il Pd oggi è un partito a grande maggioranza cattolico”.
Ci andrei cauto con un Renzi riformista di poteri forti bilanciato clamorosamente non da un altro politico ma da Papa Bergoglio”.
“Il Partito deve fare il Partito e il fatto che ad Agrigento abbiamo una eminente personalità della Chiesa costituisce senza dubbio un fatto importante visto che siamo città di frontiera. Tutti abbiamo dimostrato grande sensibilità sui temi dell’immigrazione”.

Workshop Pd, intervento on. Lauricella

On. Lauricella, la mozione Orlando non è in contrapposizione ma va in parallelo con quella degli altri, magari con alcune sfumature.
“Non dobbiamo fare una grande competizione elettorale di tipo politico centrodestra contro centrosinistra. Stiamo costruendo una fase congressuale con delle mozioni che sono un punto di vista sulla società e sul Partito come dovrà essere. Su questo piano non c’è nessuna contrapposizione ma proposte alternative. Stiamo parlando dello stesso partito. La mozione Orlando che io sostengo nasce dalla esigenza di ristrutturare il PD non per trampolino di lancio per governo ma per fare il segretario del Pd. Renzi invece vuole di nuovo arrivare alla segreteria per poi riproporsi come il capo del governo”.
Cosa unisce le varie mozioni?
“Che va ricostituito il Partito nei territori come un tempo con sedi di dibattito, di confronto. Dobbiamo recuperare quel sentimento. Poi sul piano programmatico Orlando mi convince di più perché calca l’accento sul recupero dello Stato Sociale, sanità, scuola ,università e naturalmente lavoro che mette in discussione lo stesso jobs act, aggiustando e recuperando alcuni elementi anche di diritto per i lavoratori che sono stati sacrificati con la riforma. La componente socialista ha deciso di sostenere Orlando per una ragione precisa perché Orlando ha fatto un richiamo al socialismo riformista che risulta congeniale e naturale, riprendendo quei principi e quei valori che sono sempre stati della cultura socialista-riformista”.

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