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Blitz antidroga ad Augusta, una donna a gestire lo spaccio

Undici le persone indagate: tre di queste sono finite in carcere e una ai domiciliari, mentre per il quinto indagato è scattato l'obbligo di dimora.

Pubblicato 2 settimane fa

Blitz antidroga ad Augusta, in provincia di Siracusa. Undici le persone indagate: tre di queste sono finite in carcere e una ai domiciliari, mentre per il quinto indagato è scattato l’obbligo di dimora.

L’operazione, denominata ‘Crack Point’, è stata portata a termine dagli agenti del commissariato di polizia di Augusta, coordinati dalla procura di Siracusa, che ha chiesto e ottenuto dalla gip Tiziana Carrubba le misure cautelari. Portata alla luce l’esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico e allo spaccio di cocaina e crack. La banda gestiva una piazza di spaccio in contrada Scardina, ad Augusta, minacciando e picchiando i clienti che non riuscivano a saldare i propri debiti per l’acquisto di droga. Nel corso delle indagini, andate avanti da novembre 2022 a giugno 2023, sono stati sequestrati 150 grammi di cocaina, diecimila euro in contanti e quattro carte di reddito di cittadinanza che venivano usate dai clienti come garanzia. Trovato anche il libro mastro della droga, con i crediti annotati, e il materiale per il confezionamento delle dosi con tanto di bilancini di precisione. La droga arrivava ad Augusta da Catania. I classici servizi di osservazione della polizia, uniti alle intercettazioni, hanno consentito agli inquirenti di ricostruire il circuito di approvvigionamento e spaccio della droga. Un ruolo di particolare importanza era rivestito da una donna di 60 anni, che gestiva lo spaccio all’interno della propria abitazione: un vero e proprio laboratorio e centro di spaccio dove la droga veniva lavorata per essere poi ceduta in singole dosi. La donna veniva inoltre contattata dai tossicodipendenti della città i quali, facendo ricorso a un linguaggio in codice, formulavano le loro richieste di droga e ricevevano l’indicazione di recarsi nell’abitazione epicentro dello spaccio. Ad aiutarla c’erano dei collaboratori che seguivano pedissequamente le indicazioni fornite dalla donna al vertice della banda per acquistare e trasportare la droga da Catania ad Augusta. La 60enne dava anche indicazioni sui percorsi da seguire per evitare i controlli delle forze dell’ordine. Ingente è il quantitativo di stupefacente ceduto dagli indagati: tra i 200 e i 250 grammi a settimana. I proventi finivano nelle casse della donna, mentre i suoi collaboratori venivano pagati a loro volta in dosi di droga. Minacce e violenze venivano messe in campo dalla banda in caso di insolvenza da parte dei debitori. La donna, inoltre, si faceva consegnare le carte del reddito di cittadinanza come pegno per i pagamenti, andando poi a prelevare il denaro direttamente negli sportelli Atm dell’ufficio postale più vicino

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