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Ingrati applausi di cortesia per il “Compleanno” di Pinter (foto)

Il cartellone della Fondazione teatro Pirandello sfodera questo “Compleanno” regia di Peter Stein e con interprete Maddalena Crippa.

Pubblicato 5 mesi fa

Negli ultimi vent’anni questa è la terza volta  di una commedia pinteriana ad Agrigento.  Anni fa l’esordio avvenne al Posta vecchia con la “Collezione” interprete Juri Ferrini  poi alcuni anni fa sempre al Posta vecchia con “Ritorno a casa” regia di Francesco Capitano che rivelò le doti di attrice teatrale  di Marcella Lattuca che aveva esordito nel cinema con il  breve documentario “Passione secondo Agrigento” con Lia Rocco.  Oggi dopo “Todo modo” di Sciascia-Collura e “I due papi” sulle dispute teologiche Ratzinger-Bergoglio, il cartellone della Fondazione teatro Pirandello sfodera questo “Compleanno” di Harold Pinter regia di Peter Stein e con interprete Maddalena Crippa. 

Due nomi che da soli sono una eccellenza che viene qui rafforzata dagli altri interpreti come Alessandro Averone (dopo la prima tra gli applausi di cortesia uno spettatore gli  ha urlato “bravo”) ma anche gli altri interpreti avrebbero meritato molto di più: Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno. Ma se Agrigento è cortese il pubblico della città di Modica è apparso “glaciale” come rivela Maddalena Crippa in una intervista e sicuramente l’unico a non scomporsi più di tanto sarebbe stato l’autore Harold Pinter che di solito soleva dire” fuck the audience” (“vaffanculo il pubblico”) e notoriamente scriveva per se stesso, direttamente dal suo vissuto, dalle sue curiosità senza falsi infingimenti.

Certo  il pubblico agrigentino aduso a Pirandello e alla sua “lanterninosofia” con il “Compleanno” , “commedia della minaccia” che gli spara addosso metafore assurde e drammaticamente vere sarà stato scompaginato e probabilmente avrà capito benissimo il buio  che deflagra durante i festeggiamenti per il compleanno di Stanley che non crede  ci sia un compleanno e si chiude nel suo autismo catatonico o nel suo mondo di sogni sgangherati. Una temperie di scena che dietro la normalità apparente rivela l’inquietudine e non ultima la sensazione di una etica messa sotto assedio e  sacrificata al mercantilismo effimero. O meglio alla ricerca di una verità dove tutti affermano la propria senza preoccuparsi di quella degli altri. E alla fine  non accade nulla, i personaggi svaniscono, sulla scena ne restano solo due condannati a baloccarsi in quella pensioncina alla fine del mondo che rispecchia la battuta famosa di Ennio Flaiano “in Italia la situazione politica è molto grave ma purtuttavia non è seria”. 

Una bella riflessione per “Agrigento capitale della cultura” e molto propizia visto che l’Accademia Svedese nel conferire il premio Nobel a Pinter nel 2005 così motivava:” Nelle sue opere svela il baratro nascosto sotto le chiacchiere di ogni giorno e costringe ad entrare nelle chiuse stanze dell’oppressione”.

Foto di Diego Romeo

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