Agrigento: dalla Via dei sepolcri alla “Culturart” di Via Neve (foto)

Amelia Russello e i fiori di mandorlo

Donatella Giannettino

Attraversiamo  tempi di straordinaria attenzione alla nostra Valle dei templi  che per la storia, dopo Caltabellotta (la Pace di Caltabellotta, 1302) e Cassibile (firma dell’Armistizio, seconda Guerra mondiale) si è resa  protagonista di un’altra firma, il  “Patto per la Sicilia” ancora tutto da verificare e che ci piove addosso dopo decenni di dimenticanze.

Attenzione alle nostre eredità culturali e archeologiche per le quali Renzi, ha rilevato, facciamo ancora troppo poco. E singolare attenzione il Parco Valle dei Templi ha voluto riservare l’altra sera alla nostre radici, richiamando un folto numero di

Enzo Gambino dinanzi al Tempio della Concordia

“Archeonauti” lungo la “Via dei sepolcri di una Agrigento nella prima età cristiana”. Una mostra archeologica in cui il direttore del Parco, Giuseppe Parello,  ha previsto un itinerario alla scoperta della necropoli paleocristiana che alla fine dell’età antica occupò la collina dei Templi.

Il galeone San Felipe

Funzionari del Parco con l’archeologa Serena Rizzo hanno accompagnato i visitatori verso la scoperta della città cristiana, attraverso un’inedita rivisitazione dei monumenti della Valle, seguendo la trasformazione subita lungo i secoli ad opera del Cristianesimo, del lavoro dell’uomo e del tempo.

L’itinerario si è svolto seguendo le mura meridionali con le tombe ad arcosolio fino alla Grotta Fragapane e agli ipogei minori nel giardino di Villa Aurea. La visita si è conclusa davanti al tempio della Concordia, trasformato in Basilica dedicata ai Santi Pietro e Paolo, dal Vescovo Gregorio. E per  questa dedicazione l’attore Enzo Gambino ha proposto una drammatizzazione della vita e della  figura del santo Vescovo agrigentino che divenne simbolo di riconciliazione e di Concordia. Il percorso originale ed alternativo, rispetto all’itinerario consueto, ha coinvolto parecchie centinaia di   visitatori in un’esperienza immersiva, attraverso la suggestione di luoghi, luci, odori e sonorità, pensati per ricreare l’atmosfera raccolta della vasta necropoli che occupò la Valle alla fine dell’evo antico. Per la cronaca una straordinaria luna piena è entrata naturalmente nella scenografia serale.

Il grande murale di Arkone

Locandina artigiani Via Neve

Luna piena lungo il percorso

Numeroso il pubblico

Altro ritorno alle radici, stavolta molto prossime e che risalgono al 2012, per l’Associazione Culturart che ritorna ad animare non solo via Neve trasformata in una “via Bagutta”  ma anche la parte alta di Via Atenea solitamente semideserta e con le saracinesche abbassate.

L’Associazione che annovera oltre 70 artisti, li ha chiamati a raccolta per una grande “expò” di dipinti, fotografie, artigianato e la musica di Michele Molinari con la sua chitarra. Tra gli artisti partecipanti Amelia Russello con i suoi allievi di Favara che ha dato il benvenuto ai visitatori dipingendo un grande murale di fiori di mandorlo mentre Pasquale Nocera, in arte “Arkone” ha dipinto una intera parete in cima alla scalinata Monte dei Pegni. Dalla piazzetta Caratozzolo  e lungo la scalinata di Via Neve si dipanavano le numerose bancarelle degli artigiani che annoveravano tra l’altro una straordinaria mostra di modellismo navale di Massimiliano Piraneo dove spiccavano un enorme galeone spagnolo del 600, il “San Felipe” e un motopeschereccio che i costruttori confermavano navigante e dotato di motore elettrico comandato da un joystick. Altri artisti già noti erano Silvie Clavel con i suoi lavori in corda, il gruppo delle “Creative”, l’Associazione Persefone, l’artigianato di Donatella Giannettino esposto in uno dei negozi aperti lungo la scalinata.

Un grande murale, infine è stato dipinto in memoria dell’attore agrigentino Bertino Parisi , opera di Sergio Criminisi che ha voluto ritrarre l’attore in chiave umoristica ricordando la sua partecipazione  come  mascotte ai Campionati  mondiali di cultura fisica del 2006 che si svolsero al Palacongressi.

Serena Rizzo archeologa

Un’artista dell’Accademia di Belle Arti interessata al percorso

Ne converrà e ne sarà felice il sindaco Firetto che dai sepolcri nella Valle  alla via Neve si tratta molto di più di una democrazia partecipativa.

Testo e foto di Diego Romeo