Teatro di Akragas: nel 1994 il narese Gero Marsala aveva scoperto tutto

L’allora Soprintendente Graziella Fiorentini rilasciò un’intervista sul teatro

Prima del 1994 nessuno aveva pensato che il teatro greco di Akragas, tanto cercato, tanto discusso e tanto desiderato, si trovasse a due passi dalla Soprintendenza ai beni culturali.

L’allora studente della “Scuola diretta a fini speciali per operatori tecnico-scientifici per i Beni Culturali ed Ambientali – Settore Archeologico” dell’Università degli studi di Palermo, Gero Marsala, di Naro, riuscì a trovare l’esatta ubicazione del teatro di Akragas non con poche difficoltà viste le tecnologie di allora e scrisse una dettagliata relazione che inizia cosi: “Quest’anno durante il periodo estivo, per motivi di famiglia, non ho avuto la possibilità di recarmi in vacanza, allora ho

cercato di impiegare il tempo libero in qualche attività compatibile con il tipo di studi che sto svolgendo e che mi avrebbe occupato nel periodo di interruzione scolastica. Per questo ho cercato invano, per motivi burocratici, di fare un breve periodo di tirocinio presso la Soprintendenza di Agrigento. Non essendo stato possibile, ho deciso di trascorrere il tempo a mia disposizione visitando alcuni siti archeologici della Provincia. In una di queste mie escursioni ho visitato il museo di Agrigento e la zona archeologica. In particolare mi ero prefisso di visitare quella zona che i testi a proposito dell’urbanistica di Akragas indicano come intermedia fra le due griglie urbanistiche che costituivano la città, e che nelle rappresentazioni topografiche presenta dei vuoti. A tal fine mi sono immesso dalla SS 118 in quella zona, ed ho notato in un terreno ai margini della suddetta strada alcuni elementi che mi hanno fatto pensare alla presenza di qualche manufatto archittettonico. Incuriosito da ciò mi sono recato i giorni successivi nella zona per compiere un sopralluogo. Dai segni sul terreno ho pensato che si trattasse di una grande costruzione ad uso pubblico e dopo aver fotografato gli elementi di maggior interesse ho iniziato una accurata ricerca per capire cosa potesse essere. Armato di buona volontà e delle conoscenze apprese a lezione ho svolto una indagine personale. Per primo ho individuato su una carta Igm la zona interessata. Dopo diversi sopralluoghi, sono arrivato alla conclusione che molto probabilmente il manufatto in questione era il teatro greco, e ho pensato di completare la ricerca aiutandomi con delle fotografie aeree”

Quella mattina d’estate del 1994, Calogero Marsala, che oggi è l’amministratore di una società che si occupa di marketing e web promotion, aveva scoperto il teatro greco di Akragas.

Nella sua dettagliata relazione, Marsala vuole informare professori, ricercatori e addetti ai lavori che la sua scoperta era reale, dimostrata e dimostrabile:

“La zona esaminata ha le seguenti coordinate Igm : 33SUB750286 carta d’Italia alla scala 1:25000 foglio n° 271 IV N.E. Agrigento (figura 1), e come riferimento aerofotogrammetrico i seguenti dati : foto n° 719 strisciata n° 8 del 1/9/84 zona di Agrigento ad una scala approssimativa 1:9500 , fornita dalla S.A.S. (Società aerofotogrammetrica siciliana) con sede a Palermo. Si allega anche un

ingrandimento della fotografia aerea ricavato con un processo di digitalizzazione al

computer. Dato il periodo in cui è stata svolta l’esercitazione, la vegetazione spontanea presente nella zona era molto alta, quindi, il sopralluogo non è stato molto semplice ed alcuni punti non erano facilmente accessibili. L’ubicazione topografica della zona, come conformazione e visuale, si adatta molta all’interpretazione data. Secondo le ricerche da me effettuate il teatro ha un orientamento Nord\Sud con una piccola inclinazione di circa 15 gradi verso Ovest, e la cavea aperta a Sud, una parte del teatro, quella Est , è coperta dalla SS 118 (oggi Via passeggiata archeologica ndr).”

Un’aerofotogrammetria del 1994 che mostra l’esatta ubicazione del teatro greco di Akragas

Gero Marsala, nella sua relazione, allegò diverse fotografie e aerofotogrammetrie e descrisse con accuratezza lo spettacolo a cui gli spettatori seduti sui gradoni del teatro potevano assistere.

“L’utilizzo del paesaggio naturale ed architettonico, era una caratteristica di tutti i teatri antichi, compreso quindi il teatro in questione. La foto 2 mostra sul lato destro uno dei manufatti composto da blocchi a taglio unico, orientati verso il centro dell’insieme. trattasi forse degli scalini (Klìmakes) che dividevano il teatro in cunei (kerkìdes).

Sulla sinistra, invece, si notano dei rocchi di colonne che con molta verisimiglianza costituivano un porticato sul muro di cinta del teatro. Ho notato analoghi rocchi, ad intervalli regolari, sul muretto che delimita la SS 118 con la zona in esame. Quindi con molta probabilità, si tratta di materiale reimpiegato. Nella foto 3 si nota la zona est del teatro in parte coperta dalla SS 118, la suddetta strada, da ricerche effettuate , ricalca un percorso già esistente da alcuni secoli, per questo motivo la stesura del manto di asfalto è avvenuta per sovrapposizione senza effettuare quindi, nessuno scavo, mantenendo integro lo strato sottostante.

Le foto 5 e 6 mostrano i resti di quelli che dovevano essere i gradoni/sedili, da un rilievo effettuato, le dimensioni erano comparabili con quelle di altri teatri dell’antichità. il manufatto della foto 6, in particolare, ha come dimensioni: 26 cm in altezza (senza calcolare la presenza di eventuali zeppe di assestamento ), circa 60

cm in profondità e 114 cm in larghezza (le dimensioni dei gradoni del teatro di Atene erano in cm 32 X 85 X 120 ). L’evidente stato di usura, ha reso difficile un rilievo preciso, però in alcune situazioni, l’accumulo di detriti ha conservato quasi integro qualcuno di questi manufatti. Secondo le ricerche effettuate la cavea del

teatro era aperta a sud. Data la conformazione del terreno, col passare dei secoli, si è formato per eventi naturali, un notevole accumulo di detriti nella zona in cui era posizionata la scena (foto 8 ), comunque si possono distintamente individuare rocchi scanalati e capitelli.”

L’esistenza del teatro greco ad Agrigento, dunque, era scontata per l’ovvia ragione che qualsiasi Polis, anche di piccole dimensioni, nella Sicilia greca aveva il suo teatro. Così era a Tindari, Akrai, Eloro, Eraclea Minoa (questa a pochi chilometri da Akragas ) Solunto, e poi anche in città più grandi, Siracusa, Taormina, Segesta, Morgantina. Era inspiegabile la scomparsa, senza lasciare tracce, del teatro di Agrigento. Vero è che la deleteria attività del Vescovo Traina, impegnato nella costruzione del molo di Porto Empedocle, avrebbe più che giustificato la scomparsa ( per saccheggio ) del teatro, però ad onore di verità dobbiamo dire che di esso non si trova menzione neanche negli storici antecedenti il nostro Vescovo (Fazello, Cluver).

Poteva essere stato usato come cava di pietra per la costruzione di Girgenti?

Questo sarebbe stato il pericolo maggiore che avrebbe potuto correre il teatro e giustificarne la sua totale scomparsa. Fortunatamente le cose sono andate diversamente: Agrigento ha il suo teatro greco.

Della scoperta di Gero Marsala, ne parlarono anche i giornali di allora e addirittura l’allora Soprintendente Graziella Fiorentini rilasciò un’intervista in merito che oggi vogliamo riproporvi grazie all’archivio privato di Gero Marsala

Gero Marsala, capì già allora l’importanza che questa scoperta avrebbe avuto per gli agrigentini e per il mondo intero e decise di scrivere una lettera con tutti i riferimenti al suo studio e di depositare il tutto.

La relazione di Gero Marsala si conclude: “Aver contribuito a ridare a questa città una struttura che ne completerà l’antico patrimonio urbanistico-architettonico, finora mutilo di questo elemento

fondamentale, è per me motivo di orgoglio e soddisfazione.

Era il 30 settembre 1994.