Giudiziaria

L’ultimo colpo di coda della faida di Palma di Montechiaro 

Tre omicidi, un ergastolo, due famiglie perennemente in guerra e una lunga scia di sangue ancora visibile

Pubblicato 2 settimane fa

Tre omicidi, un ergastolo, due famiglie in guerra e una lunga scia di sangue. La faida di Palma di Montechiaro registra oggi, a distanza di quasi dieci anni dal primo delitto, un ultimo (si spera) colpo di coda. I carabinieri di Agrigento hanno arrestato Giuseppe Rallo, 31 anni, di Palma di Montechiaro, ritenuto il killer di Angelo Castronovo, il bracciante agricolo freddato il 31 ottobre 2022 in contrada Cipolla. I sospetti che il delitto di Angelo Castronovo, giustiziato tra le campagne di Licata e Palma di Montechiaro, fosse collegato a questa vicenda si sono palesati fin da subito. Erano in tanti a nutrire più di un risentimento per Castronovo. Per tutti era “il traditore”. Castronovo era un imputato particolare del processo “Switch off”: accusato di aver avuto un ruolo sia nell’omicidio di Enrico Rallo, avvenuto nel 2015, che in quello di Salvatore Azzarello, consumatosi venti mesi più tardi in “risposta” al primo. 

La miccia che innesca la faida di Palma di Montechiaro è il furto di un furgone subito da Azzarello. Il primo agguato avviene nella notte tra il 9 ed il 10 ottobre 2015. Enrico Rallo, in compagnia dell’odierno arrestato Giuseppe Rallo, si trovava al bar Mazza in attesa proprio di Angelo Castronovo per concludere la compravendita di un camion. Al posto di Castronovo però si presenta un killer (per gli inquirenti Salvatore Azzarello) che spara diversi colpi di arma da fuoco calibro 6.35. Rallo morirà l’1 dicembre 2015 all’Ismett di Palermo per le gravi ferite. Giuseppe Rallo, oggi arrestato per l’omicidio di Angelo Castronovo, è stata l’ultima persona ad aver parlato con Rallo nonché testimone oculare del delitto. La “risposta” al delitto di Enrico Rallo avviene venti mesi più tardi. È il 22 agosto 2017 e Salvatore Azzarello viene ucciso in contrada Burraiti mentre si trova a bordo di un trattore. Angelo Castronovo la sera prima aveva avuto un incontro con la vittima ed era – così ricostruisce l’accusa – l’unico a sapere il posto in cui si sarebbe trovato Azzarello l’indomani. Una informazione che, sempre secondo l’accusa, avrebbe fornito ai parenti di Rallo. La Corte di Assise di Agrigento, per questo episodio, ha condannato all’ergastolo Ignazio Rallo (fratello di Enrico) mentre ha assolto Roberto Onolfo.

Ed ecco il terzo morto ammazzato, Angelo Castronovo, appunto. È il 31 ottobre 2022. Il bracciante agricolo era stato scarcerato da appena otto mesi e si trovava in campagna a lavorare la terra. Preda facile per chi lo ha ucciso e che aveva più di un motivo per vendicarsi. Castronovo era conosciuto in paese come trafficante di armi che agevolmente, con l’aiuto di alcuni suoi fidati collaboratori, riesce ad importare dall’estero. Nel 1991 si salva miracolosamente in quella che è conosciuta la “Strage di capodanno”, avvenuta all’interno del “Bar2000” nell’ambito della guerra tra Cosa Nostra e Stidda. Viene arrestato due volte per armi negli ultimi tre anni ma, soprattutto, per gli inquirenti è colui il quale ha fornito informazioni essenziali per eseguire i due delitti. Il gip all’epoca scrisse di lui: “E’ la figura cardine, la costante delle due vicende in cui il suolo è Giano Bifronte, amico degli uni contro gli altri ma, all’occorrenza, amico degli altri contro i primi.”Secondo gli inquirenti Castronovo avrebbe fissato l’appuntamento fatale con Rallo nel 2015 non presentandosi e attirandolo nella trappola; sarebbe stato lo stesso Castronovo, quasi due anni più tardi, a informare Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello.

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