“Non era vicino a Cosa nostra”, difesa chiede restituzione patrimonio milionario
Oltre cento immobili, rapporti finanziari, conti bancari, decine di aziende per un valore di quasi cento milioni di euro. A tanto ammonta il patrimonio confiscato nel 2016 all’imprenditore agrigentino Calogero Russello (deceduto nel 2009) al centro della richiesta di restituzione avanzata dagli avvocati Giovanni Castronovo e Daniela Posante alla Corte d’Appello. Pericolosità sociale “Non ci […]
Oltre cento immobili, rapporti finanziari, conti bancari, decine di aziende per un valore di quasi cento milioni di euro.
A tanto ammonta il patrimonio confiscato nel 2016 all’imprenditore agrigentino Calogero Russello (deceduto nel 2009) al centro della richiesta di restituzione avanzata dagli avvocati Giovanni Castronovo e Daniela Posante alla Corte d’Appello.
Pericolosità sociale
“Non ci sono elementi che possano giustificare la pericolosità sociale di Russello che è morto da incensurato. E non ci sono elementi processuali validi ai fini della confisca”.
E’ questa di fatto la tesi sostenuta dalla difesa. Russello fu condannato in primo grado nell’operazione “Alta Mafia” a sei anni e mezzo. Condanna poi annullata con rinvio dalla Cassazione che dispose un nuovo processo in Appello ma Russello morì nel 2009 prima della conclusione. Un’altra condanna per corruzione (appalto Eco.ter) a due anni era stata “cancellata” dall’indulto.
Il nuovo processo
Secondo gli inquirenti il patrimonio è riconducibile anche al fratello Carmelo Russello. Nel 2013, tra le aziende oggetto di sequestro e poi confisca, anche il Grand Hotel Mosè nel quartiere di Villaggio Mosè.
La prossima udienza è prevista il 16 novembre con la parola che passa agli avvocati Mormino e Seggio. Poi arriverà la decisione.