Girgenti acque al collasso, la politica perde tempo e la situazione precipita: “salta” distribuzione acqua?
Il servizio rischia il collasso
L ‘Assemblea territoriale idrica si è riunita questo pomeriggio in presenza per scegliere, tra i 18 nomi, i tre componenti del Consiglio di Amministrazione della struttura che guiderà l’acqua pubblica in provincia.
Nulla di fatto, alcuni sindaci hanno lamentato di non aver ricevuto la lista dei nomi, e dunque la seduta, preso velocemente atto dei “curricula” ad oggi pervenuti, è stata rinviata al prossimo mercoledì 7. Durante la seduta è stata scelta la denominazione della “consortile” che è “AICA”, Azienda Idrica Comuni Agrigentini.
“Non siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione, un po’ perché i curricula sono arrivati oggi, un po’ perché ancora una volta sembra che la politica voglia prendere il sopravvento su scelte che, invece, devono basarsi sulla meritocrazia. La politica deve stare lontano dalla gestione del servizio idrico nella nostra provincia”.
Lo ha dichiarato la deputata regionale e sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo a margine dell’assemblea dell’Ati idrico di Agrigento chiamata a individuare i curricula dei componenti del consiglio di amministrazione della nuova società consortile idrica. “La nostra provincia – ha aggiunto La Rocca Ruvolo – sta attraversando uno delle crisi più difficili che tocca il bene vitale, l’acqua. Vi erano già due curricula che potevano essere presi in considerazione e dare seguito, ma altri hanno sostenuto che la terna deve essere al completo”.
Elenco “curricula” pervenuti
Angelo Marino, Giulio Castellino, Liliana Scibetta, Alfonso Vassallo, Geraldino Castaldi, Calogero Lombardo, Alfredo Ambrosetti, Ferdinando Macedonio, Vincenzo Marinello, Settimio Cantone, Guglielmo Dinicolò, Giuseppe Pendola, Gianfranco Pilato, Serafino Cocuzza, Francesco Micalizzi, Osvaldo De Gregoriis, Giuseppe Mammana, Albero Di Betta, Giuseppe Arnone e Giovanni Balsamo (questi ultimi due fuori tempo massimo).
La Rocca Ruvolo ha ancora aggiunto: “Non siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione, un po’ perché i curricula sono arrivati oggi, un po’ perché ancora una volta sembra che la politica voglia prendere il sopravvento su scelte che, invece, devono basarsi sulla meritocrazia. La politica deve stare lontano dalla gestione del servizio idrico nella nostra provincia”.
Dunque se il timore che le scelte dei nuovi amministratori possano essere condizionate da criteri di natura politica dall’altro lato si assiste una vera e propria emergenza idrica.
“Il bene “acqua”, con tutte le problematiche connesse, al di là degli attuali e già gravi disservizi, rischia di diventare una “polveriera”: abbiamo quindi il dovere di abbandonare definitivamente ogni logica di tipo opportunistico o peggio clientelare, e di fare in tempi rapidi scelte serie e responsabili, nell’esclusivo interesse ed a tutela dei cittadini”, ha dichiarato il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo.
L’allarme del commissario Venuti
Ma a minare i già precari equilibri che tengono in vita l’efficienza del sodalizio che garantisce l’acqua in provincia e nella città capoluogo
è il commissario Gervasio Venuti che interviene con un documento inviato alle massime autorità provinciali subito dopo la decisione del Tribunale fallimentare di qualche giorno fa che impone a Girgenti acque alcune prescrizioni, ossia l’esborso di somme esorbitanti per pagare debiti pregressi. Decisioni che per Venuti “presentano immediatamente profili di incompatibilità con la continuità del servizio pubblico essenziale”.
Insomma c’è il rischio fondato che non venga più erogata l’acqua nelle case delle famiglie di quasi tutta la Provincia.
“Lo scrivente – spiega Venuti – pur avendo condotto il compito affidato dalla prefettura di Agrigento nell’unica prospettiva dell’obbligatoria erogazione del servizio pubblico essenziale e dell’interesse dei cittadini, riconoscendo l’obbligo inderogabile di ottemperare alle disposizioni del tribunale fallimentare, deve rappresentare la certezza che la gestione del servizio pubblico sembra pregiudicata, e ciò può produrre gravi e immediati danni ai cittadini e alle imprese, all’Ati, ai dipendenti, al patrimonio dei Comuni, con refluenze sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’ordine pubblico. Lo scrivente resta in attesa di ogni eventuale urgente determinazione finalizzata ad affrontare i problemi rappresentanti, dovendo fare presente che nelle attuali condizioni non potrò proseguire l’incarico ricevuto e non potrò assumere le responsabilità a tutti i livelli derivanti dalla materiale impossibilità di condurre con regolarità la gestione commissariale del servizio idrico integrato”.
La politica deve smettere di mettere ovunque il naso altrimenti cadiamo dalla padella alla brace; d’altronde i nomi parlano chiaro; sempre gli stessi personaggi. è vomitevole. Sicuramente comunque andremo a peggiorare la tristissima situazione dovesse evolversi in questo modo.