Trent’anni fa la scomunica del Papa ai mafiosi, cosa è cambiato da quel “Convertitevi”?
Conversazione al Teatro Pirandello su come è mutata la mafia e che sentiero ha percorso la Chiesa a trent’anni dall’anatema di Giovanni Paolo II
Trent’anni fa Papa Giovanni Paolo II lanciava dalla Valle dei Templi il durissimo anatema contro la mafia nel periodo più buio caratterizzato da stragi, bombe e omicidi. Tre decenni dopo Agrigento ricorda quella scomunica che è diventata storia. Al Teatro Pirandello si è tenuta la conversazione dal tema “Come è mutata la mafia? Quale sentiero ha percorso la Chiesa?”. Dopo i saluti del sindaco Francesco Miccichè sono intervenuti illustri personaggi del mondo della chiesa e della magistratura, moderati dal giornalista Fabio Marchese Ragona. Tra loro l’ex procuratore capo di Palermo, oggi a capo del tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone; Caterina Chinnici, magistrato e deputato del Parlamento Europeo, Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale e presidente della CESi. A concludere i lavori è stato l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano.
Così il capo della chiesa agrigentina:“Convertitevi. un messaggio importante, uno scossone alle coscienze di tutti. Sono passati trent’anni ed è cambiata la sensibilità, certamente più matura rispetto al fenomeno mafioso. Se ne parla, si ha una consapevolezza maggiore. Ma oltre all’azione criminale, che è facile da vedere, bisogna prendere le distanze da un atteggiamento di mentalità mafiosa che è più difficile da vedere. A volte si è contaminati da queste logiche.”
Così il vescovo di Acireale, mons. Raspanti: “Il tentativo dell’impianto mafioso è quello di costruirsi un Dio a propria immagine e somiglianza da imporre ed è proprio per questa ragione che si contrappone con Gesù Cristo che ha dato i criteri per riconoscere un vero discepolo da una falsa religiosità. Mai e poi mai i mafiosi intendono sottoporsi al giudizio della chiesa.”
Le parole dell’eurodeputata e magistrato Chinnici: “Con quel grido ha espresso la sofferenza ma anche la forza di ribellarsi ed è stato ripreso da Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. È fondamentale il contributo della Chiesa, insieme alle istituzioni, per cambiare cultura e coscienze. Tanto è stato fatto, molto è cambiato ma non si può abbassare la guardia. Bisogna lavorare soprattutto rivolgendosi ai più giovani, insegnare la legalità.”
Così il capo del tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone: “Quel discorso che il Papa fece ad Agrigento ebbe la reazione delle bombe a Roma e in qualche modo anche la morte di don Pino Puglisi. Noi abbiamo traccia di una intercettazione di dodici anni dopo in cui un mafioso palermitano, assistendo al funerale di Papa Giovanni Paolo II, commentò l’anatema lanciato dal Papa come una “sparata” che non potrà mai perdonare. Dodici anni dopo quei fatti, davanti il cadavere del Papa, il mafioso ricordava ancora quelle dure parole del Pontefice.”