L’omicidio del cardiologo Alaimo, sentiti in aula i medici che avevano in cura Vetro
Per la psichiatra nominata dalla Corte il bidello è incapace di intendere e volere
È ripreso questa mattina, davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Giuseppe Miceli, il processo a carico di Adriano Vetro, il bidello di Favara accusato dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso all’interno dell’ambulatorio con un colpo di pistola lo scorso 27 novembre. In aula sono stati sentiti due medici che hanno avuto in cura l’imputato: si tratta del medico di famiglia e del diabetologo. Il primo ha riferito di occuparsi di Vetro dal 2014 e che soltanto dal 2017 in avanti ha riscontrato problematiche legate a stress, ansia e disturbo del sonno e che per questi motivi talvolta si assentava dal lavoro. Il diabetologo, invece, ha dichiarato di aver visitato un paio di volte il bidello, che lo stesso lamentava di volere la patente ma di non aver notato particolari segnali di preoccupazione.
La scorsa udienza, invece, era comparsa la psichiatra Cristina Camilleri, nominata dalla Corte di Assise per fare sullo stato di salute mentale dell’imputato. La specialista, in quell’occasione, dichiarò che Vetro è incapace di intendere e volere. Una tesi sostenuta fin dalle prime battute anche dalla difesa di Vetro, rappresentata dagli avvocati Santo Lucia e Sergio Baldacchino ma contestata duramente dagli avvocati di parte civile Giuseppe Barba (che assiste i familiari) e Vincenzo Caponnetto (che rappresenta l’Ordine dei medici). Vetro è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e per questo motivo non ha potuto neanche beneficiare del rito abbreviato.
Il delitto del cardiologo è avvenuto all’interno della clinica nel centro di Favara. Il bidello si è presentato senza appuntamento in ambulatorio, non ancora aperto al pubblico, e ha esploso un solo colpo, letale, di pistola calibro 7.65. Alla base del fatto di sangue, che ha sconvolto l’intera comunità di Favara, il mancato rilascio di un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida. La Corte di Assise ha rinviato al prossimo 17 novembre quando si proseguirà con l’escussione dei testimoni del pubblico ministero tra cui familiari e colleghi di lavoro dell’imputato. Poi sarà la volta dei testimoni chiamati dalla parte civile con il processo che si avvierà verso la conclusione delle parti.