Agrigento, processo pennelli a mare: Comune parte civile
Il Comune di Agrigento, tramite l’avvocato Antonino Insalaco, si è costituito parte civile per danno d’immagine nell’ambito del processo sui cosiddetti “pennelli a mare”. Lo ha stabilito ieri il Tribunale di Agrigento sciogliendo la riserva. Il processo, che si celebra davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, nasce dall’inchiesta sull’ormai famosa […]
Il Comune di Agrigento, tramite l’avvocato Antonino Insalaco, si è costituito parte civile per danno d’immagine nell’ambito del processo sui cosiddetti “pennelli a mare”. Lo ha stabilito ieri il Tribunale di Agrigento sciogliendo la riserva.
Il processo, che si celebra davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, nasce dall’inchiesta sull’ormai famosa vicenda dei pennelli a mare, le condotte sottomarine (Ps e Padri Vocazionisti) che – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sversavano reflui nel mare di San Leone deteriorandolo e inquinandolo.
Sul banco degli imputati siedono gli ex vertici di Girgenti Acque Marco Campione e Giuseppe Giuffrida, dell’Ato idrico Bernardo Barone e Pietro Hamel e del progettista Maurizio Carlino. Fra i reati contestati abuso d’ufficio e truffa. Secondo la Procura i reflui dalla fogna arrivavano direttamente a mare senza la depurazione perché le condotte si rompevano con troppa frequenza e le centraline di sollevamento andavano in tilt. I dati di laboratorio, però, erano sempre rassicuranti perché – secondo l’accusa – sarebbero state falsificati. Alcuni capi di imputazione contestati ai cinque imputati, inerenti alle violazioni paesaggistiche e al getto pericoloso di cose, sono ormai caduti in prescrizione