La maxi operazione antimafia con 181 arresti, i primi 64 imputati a giudizio
Riguarda il filone sul mandamento mafioso di Porta Nuova
Vanno a giudizio i primi 64 imputati della maxi-inchiesta con 181 arresti eseguiti in febbraio a Palermo. La richiesta di processarli e’ stata avanzata dalla Procura del capoluogo siciliano e riguarda il filone sul mandamento mafioso di Porta Nuova, condotto, come tutto il fascicolo d’indagine, dai carabinieri del comando provinciale.
A condurre l’indagine sono i sostituti procuratori Federica La Chioma, Daniele Di Maggio, Andrea Fusco e Gaspare Spedale: una quarantina le persone stralciate e tra queste c’e’ il boss della Kalsa Francesco “Francolino” Spadaro. I boss e i loro sottoposti sono accusati di associazione mafiosa, estorsioni, favoreggiamento, detenzione e traffico di droga. I militari hanno ricostruito le fonti di finanziamento dei clan, che raccolgono denaro per le casse dell’organizzazione. Un ruolo importante in questo lo aveva l’ex latitante Giuseppe Auteri, arrestato l’anno scorso, gestore delle finanze del gruppo criminale e punto di riferimento per i suoi uomini.
Auteri fa parte di coloro che rischiano il processo, assieme – fra gli altri – ai due cugini che si chiamano entrambi Tommaso Lo Presti e che sono distinti fra di loro con i soprannomi il Lungo e il Pacchione (il grasso), anche loro ai vertici della cosca come Gregorio Di Giovanni, detto ironicamente Sorriso per la sua espressione sempre corrucciata. Imputati anche altri Lo Presti: Calogero e il nipote Calogero Piero, Giovanni e Francesca Paola. Non mancano le donne: Roberta Presti e’ la moglie di Francesco Arcuri, condannato per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragala’, Teresa Marino di Di Giovanni. L’udienza preliminare e’ stata fissata per il 24 luglio.