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Grande Raccordo Criminale: due licatesi trasportavano chili di cocaina per il clan di Diabolik

I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito la scorsa settimana – nel Lazio, in Calabria e in Sicilia – un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di 51 persone (50 in carcere e una ai domiciliari), accusate di appartenere ad un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di […]

Pubblicato 6 anni fa

I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito la scorsa settimana – nel Lazio, in Calabria e in Sicilia – un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di 51 persone (50 in carcere e una ai domiciliari), accusate di appartenere ad un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, in grado di rifornire gran parte delle “piazze di spaccio” dei quartieri della capitale.

L’organizzazione, secondo gli investigatori, aveva costituito “una ‘batteria di picchiatori’ composta da soggetti appositamente incaricati dell’esecuzione di attività estorsive per il recupero dei crediti maturati, mediante l’impiego della violenza”. All’operazione, denominata “Grande raccordo criminale“, hanno partecipato circa 400 militari, con il supporto di elicotteri e unità cinofile.  Figurava anche il nome di Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio noto come Diabolik e ucciso lo scorso 7 agosto, tra gli indagati nell’indagine. 

Piscitelli e il broker Fabrizio Fabietti erano a capo dell’associazione criminale. Piscitelli era figura di riferimento nel “controllo” del territorio, nonché di garanzia e affidabilità dell’associazione, che si avvantaggiava della sua leadership. Assassinato con un colpo di pistola, “godeva, infatti, di un particolare riconoscimento nella malavita” e operava avvalendosi di soggetti, alcuni dei quali coinvolti anche in questa associazione per delinquere. 

E tra i destinatari del provvedimento restrittivo dell’altro ieri, anche due licatesi. Nomi noti per gli inquirenti dato che in passato sono stati arrestati in flagranza di reato e trovati, nascosti nel sottofondo di un furgone appositamente predisposto con decine di chili di cocaina. 

Sono Salvatore Peritore, 60 anni e Serafino Pagliarello, 61 anni. Un giro di affari di 120 milioni di euro Tanto riusciva a tirare su il gruppo di narcotrafficanti nella vendita al dettaglio della droga. Nelle indagini svolte nel periodo compreso tra febbraio e novembre 2018, gli inquirenti della Guardia di finanza hanno ricostruito la compravendita di 250 kg di cocaina e 4.250 chili di hashish, per un valore di 120 milioni di euro.  Chi sono Salvatore Peritore e Serafino Pagliarello? Per il Gip che ha firmato il provvedimento di cattura “Sussistono gravi indizi di colpevolezza in capo a Curis Francesco Maria e Tassone Federico, in relazione all’acquisto di kg 16 circa di sostanza stupefacente del tipo cocaina in data l 1.5.2018 da Pagliarello Serafino e Peritore Salvatore, tratti in arresto e separatamente giudicati. Peritore Salvatore e Pagliarello Serafino, partecipi all’organizzazione criminale investigata, “corrieri” di fiducia di Curis Francesco e Tassone Federico, per conto dei quali trasportavano la sostanza stupefacente dal territorio estero fino alla città di Roma, a bordo di un furgone Peugeot con targa tedesca intestato al Peritore Salvatore e dotato di apposito doppiofondo creato artigianalmente.

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