Imbrattarono la Scala dei Turchi, il tribunale: “Profanato un sito venerato per la sua bellezza”
Il tribunale di Agrigento deposita le motivazioni della sentenza di condanna di due persone che imbrattarono la Scala dei Turchi con della polvere rossa
“Gli imputati hanno posto in essere un atto di profanazione contro un monumento naturale, progettato per provocare e “ferire” simbolicamente un sito venerato per la sua bellezza incontaminata.” È quanto scrive il giudice del tribunale di Agrigento, Andrea Terranova, nelle motivazioni della sentenza con la quale tre mesi fa ha condannato i due soggetti che – il 7 gennaio 2020 – imbrattarono con della polvere di ossido di ferro di colore rosso la famosa Scala dei Turchi.
Per la vicenda sono stati condannati due favaresi. Si tratta di Domenico Quaranta, 52 anni, e Francesco Geraci, 48 anni (difesi dagli avvocati Salvatore Cusumano e Antonella Carlino). Al primo, esecutore materiale dello sfregio, sono stati inflitti 3 mesi e 5 giorni di reclusione, riconoscendo anche una capacità di intendere scemata. Al secondo, che avrebbe fatto da “palo”, 4 mesi e 15 giorni di reclusione.
Scrive il giudice: “Si deve ritenere che entrambi gli imputati abbiano concorso nell’imbrattamento della marna bianca di Realmonte, bene all’epoca di proprietà privata, ma di notevole valore paesaggistico e culturale, e quindi oggetto di tutela pubblica [..] Il testimone ha osservato che una grossa quantità di ossido di ferro era presente nella parte alta della Scala dei Turchi, segno del lancio del materiale dall’alto che per gravità, disciolto dagli spruzzi della marea e dall’umidità della notte, sarebbe dovuto scendere verso il basso, coprendo un’ampia superficie della marna [..] Le testimonianze escusse affermano esplicitamente che senza questa rapida azione -con la partecipazione spontanea di turisti, impiegati comunali e del personale della protezione civile del comune di Realmonte- il danno sarebbe stato permanente, specialmente se avesse piovuto.”
IL FATTO
I due sono stati condannati per il deturpamento della Scala dei Turchi, avvenuto il 7 gennaio 2022, macchiata con della polvere di ossido di ferro di colore rosso per fortuna non in maniera irreparabile. In un primo momento si era pensato all’utilizzo di vernice che, certamente, avrebbe potuto causare conseguenza ben più gravi. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri Quaranta sarebbe stato l’autore materiale dello “sfregio” mentre Geraci avrebbe guidato il veicolo al bordo del quale i due soggetti hanno raggiunto il sito naturale. Ed è proprio grazie agli accertamenti sul furgone Ford Tranist che i carabinieri della Compagnia di Agrigento sono risaliti ai due. I filmati della videosorveglianza hanno permesso di ricostruire gli spostamenti di quella sera con l’arrivo alla Scala dei Turchi e il trasporto di due sacchi che contenevano la sostanza. Quaranta, personaggio noto alle forze dell’ordine, è già stato condannato per gli attentati terroristici del 2001 alla Valle dei Templi di Agrigento e alla metropolitana di Milano ma si è reso protagonista di altri episodi di particolare allarme sociale: dall’imbrattamento della Scala dei Turchi, e ancor prima di Punta Bianca, fino alla distruzione dei vasi in ceramica posti sul viale Le Dune in località San Leone, nonché il deturpamento della Casa Natale di Pirandello.