La laurea dopo il femminicidio: il sogno di Lorena è diventato realtà
Una laurea voluta, cercata e inseguita per tanto tempo con lavoro e passione. Un cammino interrotto bruscamente lo scorso marzo a Furci Siculo, dalla furia omicida di chi avrebbe dovuto soltanto amarla. Il sogno di Lorena si è realizzato alle 11,29 di questa mattina quando l’Università di Messina l’ha proclamata dottoressa in medicina e chirurgia […]
Una laurea voluta, cercata e inseguita per tanto tempo con lavoro e passione. Un cammino interrotto bruscamente lo scorso marzo a Furci Siculo, dalla furia omicida di chi avrebbe dovuto soltanto amarla. Il sogno di Lorena si è realizzato alle 11,29 di questa mattina quando l’Università di Messina l’ha proclamata dottoressa in medicina e chirurgia con la votazione di centodieci e lode, il massimo dei voti. La cerimonia si è svolta nell’aula magna dell’ateneo alla presenza dei familiari, dei colleghi, del procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci e da Caterina Minutoli, in rappresentanza della locale Prefettura. La tesi di Lorena, dal titolo “Immunodeficienze selettive: la candidiasi mucocutanea cronica” è stata discussa da un’amica e collega, Vittoria Patorno.
Il femminicidio di Lorena Quaranta, giovane studentessa originaria di Favara, avviene la sera del 31 marzo in un appartamento di Furci Siculo, in provincia di Messina, che condivide con il fidanzato Antonio De Pace. E’ stato proprio quest’ultimo a chiamare i carabinieri all’alba e confessare di aver appena ucciso Lorena: “Venite, ho ucciso la mia fidanzata”. Una confessione che non ha mai convinto del tutto gli inquirenti della Procura di Messina , soprattutto sul movente alla base del gesto. In prima battuta aveva dichiarato di aver ucciso la fidanzata perché convinto che gli avesse trasmesso il coronavirus. Tesi questa subito smentita dagli accertamenti. Nelle scorse settimane sono state chiuse le indagini e la posizione di De Pace si è aggravata con la contestazione della premeditazione: la sua volontà di lasciare in eredità a parenti i suoi beni ha spinto gli inquirenti a pensare che il delitto potesse essere premeditato.