Agrigento

Reati in calo e una provincia sempre più sicura: il bilancio della Questura di Agrigento

Il bilancio del Questore di Agrigento sulle attività svolte nel 2020

Pubblicato 4 anni fa

E’ tempo di bilanci per la Questura di Agrigento alla fine di un anno particolarmente complesso a causa soprattutto dell’emergenza sanitaria dovuta all’irrompere – nel marzo scorso – del coronavirus. Questa mattina il Questore Rosa Maria Iraci ha incontrato i giornalisti per illustrare le complesse attività svolte negli ultimi dodici mesi. Un anno intenso, anomalo per certi versi,  che ha reso certamente più complicato il lavoro della Questura di Agrigento che, con dedizione e sacrificio, ha dimostrato ancora una volta di essere punto di riferimento per l’intera provincia e non soltanto. 

Ed un primo dato concreto in tal senso è rappresentato dalla classifica sulla qualità della vita recentemente diffusa dal Sole24Ore che ha visto la “scalata” di ben cinque posizione della provincia agrigentina soprattutto grazie al lavoro delle forze dell’ordine. Non a caso Agrigento, in questa speciale classifica, risulta undicesima in Italia per quanto riguarda i settori della sicurezza e della giustizia. Risultato rivendicato con orgoglio (giustamente) dal Questore Iraci che ha voluto ringraziare per i risultati conseguiti l’autorità giudiziaria e le altre forze dell’ordine, frutto di un lavoro costante e in sinergia. “Sono onorata di guidare la Questura di Agrigento, con l’augurio per l’anno nuovo di una ridimensionata emergenza sanitaria e di tornare a svolgere il lavoro per cui siamo stati istituiti” ha dichiarato il Questore.

Andando a “snocciolare” i numeri si può notare come la percentuale dei crimini commessi in provincia (2.93%) sia addirittura inferiore alla media nazionale (3,77%). In calo reati quali omicidi (-33%), furti (-35%), lesioni (-12%). Unico segno più è rappresentato dalle truffe – soprattutto quelle online – conseguenza diretta anche del periodo di lockdown imposto. In forte crescita rispetto all’anno precedente il numero dei fermi e degli arresti: 256 nel 2019 mentre sono stati 468 quest’anno. In questo caso ha un suo notevole peso specifico il fenomeno dell’immigrazione che dà il senso del lavoro quotidiano svolto dalla Questura di Agrigento, tra le più operative anche per ragioni geografiche in questo campo. Basti pensare che nel 2019 i migranti sbarcati e trasferiti sono stati 5.204 a fronte dei 20.972 di quest’anno. Un dato praticamente quadruplicato. In netto aumento anche le denunce con un +158% rispetto all’anno precedente. 

L’immigrazione, come detto, rappresenta soltanto uno dei fronti che impegna la Polizia di Stato di Agrigento. Nel corso dell’anno sono stati molteplici i risultati conseguiti. In aumento, ad esempio, il trend per quanto riguarda le sorveglianze speciali, i sequestri e le confische patrimoniali, i Daspo (94 quest’anno) e i Dacur (passati da 3 a 25). Tutte attività della sezione anticrimine della Questura di Agrigento coordinate dal Questore Rosa Maria Iraci.

In aumento anche i numeri sul controllo del territorio “puro”, vale a dire senza calcolare i dati dell’emergenza sanitaria. In tal senso lodevole il lavoro della sezione Volanti della Questura, guidata dal commissario capo Francesco Sammartino: +16% di persone identificate, +25% di volanti impiegate sul territorio e +15% di soccorso pubblico. Importantissimo anche il lavoro svolto dalle sezioni della Polizia Stradale, guidata dal vicequestore Andrea Morreale, e dalla PolFer.

Un capitolo a parte merita il lavoro della Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi, che nel corso dell’anno ha conseguito importanti risultati sul campo: in tal senso sono sicuramente da ricordare i “cold case” risolti dopo anni di indagine (omicidi Rallo-Azzarello nell’ambito di una faida tra due famiglie nel 2015 e nel 2017), l’omicidio del pensionato di Raffadali Pasquale Mangione (ucciso nel 2011 e culminato con gli arresti dei tre presunti esecutori di cui uno in Germania ); un altro brillante risultato è rappresentato dall’operazione “Mosaico” che ha fatto luce sulla scia di sangue che per anni ha contraddistinto la tratta Favara-Liegi con sette misure cautelari di cui tre eseguite in Belgio. Sempre la Squadra Mobile ha condotto con successo le attività di contrasto all’usura, con l’arresto di due fratelli di Canicattì e relativo sequestro di oltre 400 mila euro; lo sfruttamento della prostituzione nel centro storico di Agrigento (operazione B&babies con l’arresto di un intero nucleo familiare); la lotta al commercio degli stupefacenti (operazione Casuzza in territorio di Favara con 15 misure cautelari); l’arresto dei torturatori del Bangladesh, accusati di aver gestito un centro di prigionia in Africa a scopo di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (seconda volta che si applica la norma in tal senso ). Infine due le operazioni della Squadra Mobile eseguite nel dicembre 2020 (il report della Questura si ferma al novembre 2020): il fermo di due minorenni nel centro di accoglienza di Villa Sikania (accusati di estorsione e sequestro di persona a scopo di rapina) e il blitz a Naro durante una corsa clandestina di cavalli che ha portato alla denuncia di ben 38 soggetti negli scorsi giorni. Da ricordare, inoltre, le pesanti condanne – confermate in secondo grado lo scorso 11 dicembre – nell’ambito dell’operazione della Squadra Mobile denominata “Vultur” che ha di fatto decapitato l’intera famiglia mafiosa di Camastra.

LE STATISTICHE

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