Catania

Donne-braccianti trattate come schiave: arrestato il “caporale”

I Carabinieri della Stazione di Licodia Eubea (CT), coadiuvati da quelli del N.I.L. di Catania, hanno arrestato nella flagranza un 50enne del posto, poiché ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.  Zona “fertile” per lo sfruttamento nei vigneti dei braccianti (coltivazione e commercio di uva da tavola), in special modo  se si tratta […]

Pubblicato 5 anni fa

I Carabinieri della Stazione di Licodia Eubea (CT), coadiuvati da quelli del N.I.L. di Catania, hanno arrestato nella flagranza un 50enne del posto, poiché ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. 

Zona “fertile” per lo sfruttamento nei vigneti dei braccianti (coltivazione e commercio di uva da tavola), in special modo  se si tratta di donne straniere con necessità economiche, quindi pronte a far di tutto pur di racimolare del denaro da inviare ai loro familiari nel paese di origine. 

È quanto dimostrato dai carabinieri che, dopo settimane di indagini, la scorsa notte hanno fatto scattare il blitz nel contesto urbano di Licodia Eubea dove i “caporali” prelevano i loro schiavi per condurli sui campi di lavoro.

Difatti, in corso Umberto, i militari hanno bloccato il “caporale” alla guida di un Fiat Ducato con a bordo otto donne, tutte di nazionalità albanese tra i  30 e i 40 anni (di cui solo una in regola con il permesso di soggiorno, mentre le altre erano entrate in Italia per ragioni turistiche, quindi non impiegabili in attività lavorative) in procinto di essere trasportate nel vigneto di turno per intraprendere la  giornata lavorativa. 

Il rinvenimento di una agenda, riportante nomi e cifre riferite al pagamento degli “stipendi” alla manovalanza, è la prova come l’uomo fungesse da intermediario tra i proprietari terrieri e le braccianti, impiegate per almeno 8 ore al giorno, alle quali veniva imposta una trattenuta salariale del 50% (quota incamerata dal caporale) rispetto a quella prevista dai contratti di lavoro nazionali. 

Gli operanti, nel proseguo delle operazioni hanno altresì rinvenuto circa 4.000 euro in contanti, denaro nella piena disponibilità del 50enne ritenuto provento dell’attività illecita.

Il mezzo, l’agenda e il denaro sono stati sequestrati, mentre l’arrestato, in attesa dell’udienza di convalida, è stato relegato agli arresti domiciliari.

Nell’ambito del medesimo contesto operativo, i carabinieri, hanno controllato due cittadini di origine albanese, già destinatari di un decreto di espulsione dal territorio italiano, ampiamente  eluso, i fratelli Albi KRASNIQI di anni 21 e Elis KRASNIQI di anni 26 i quali, dopo le procedure previste per legge, saranno scortati fino al porto di Brindisi per ivi essere imbarcati in una nave diretta in Albania.  

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