Relazione Dia, la mafia ad Agrigento: “Una pericolosa organizzazione economico-criminale”

In concomitanza con l’uscita della relazione della Direzione investigativa antimafia – relativa al secondo semestre del 2016 – il capo della locale direzione, Roberto Cilona, ha analizzato l’andamento del fenomeno mafioso nell’agrigentino fornendo nuovi spunti riflessivi, su tutti la preoccupante “aggressione” dell’economia limpida da parte dell’organizzazione criminale che la rende una potenza economico-criminale manifestando – oltre una massiccia presenza sul territorio – anche una capacità di investimento in settori in cui la domanda non subisce particolari flessioni.
“Il territorio di Agrigento ha un tessuto economico – imprenditoriale in forte crisi e, proprio in queste maglie, si inseriscono le organizzazioni criminali (su tutte Cosa nostra ma non soltanto, vedi la Stidda) che hanno un valore aggiunto cioè la capacità organizzativa, ovvero una ben strutturazione che consente di essere “presenti sul campo” in maniera pericolosa. L’aspetto di natura economico e finanziario è sicuramente quello che al momento ci interessa particolarmente come peraltro si è visto nelle recenti operazioni di Polizia (Vultur, Opuntia e Icaro ): l’attività di analisi ha permesso di evidenziare – oltre il controllo del territorio – anche la forza economica in settori specifici. Forza economica che si vede negli investimenti in particolari campi: edilizia, agricoltura, imprenditoria di vario genere. Si tende a giungere ad una posizione verticistica, di monopolio, in settori in cui viene garantita – rispetto alle grandi operazioni – una maggiore costanza di introiti, con apparentemente meno rischi e che soprattutto permetta il controllo del territorio (estorsioni random, anche al piccolo commerciante o la messa a posto di un imprenditore). Chiaramente l’organizzazione criminale non disdegna delle più classiche forme di arricchimento che peraltro permettono una rapida monetizzazione e immediata liquidità: usura, droga e prostituzione.”
Spunti interessanti, quelli forniti da Cilona, che non possono non far riflettere su due aspetti: il primo che riguarda l’importanza dello studio dell’analisi mafioso (attività principale della Dia): capire le dinamiche, i vuoti di potere, le rapide ascese. Insomma studio puro di un fenomeno umano e, come tale, oggetto di previsioni; il secondo riguarda la concezione economica dell’organizzazione criminale che, inevitabilmente, cammina su binari paralleli alle condizioni deficitaria in provincia di Agrigento.
Non soltanto presenza militare, controllo del territorio ma anche controllo dell’economia, invasione di settori economici “limpidi” anche attraverso operazioni finanziarie discutibili come le fatturazioni anomale, truffe e quant’altro.

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