E’ in corso nella caserma dei Carabinieri di Agrigento la conferenza stampa dei Militari dell’Arma riguardante l’operazione “Alta tensione” che coinvolge verificatori Enel infedeli che chiedevano soldi per chiudere un occhio e non denunciare allacci abusivi o addirittura essi stessi creavano per conto di privati allacci abusivi con il metodo del magnete o del cosiddetto “sorcio”
L’attività nasce dalla denuncia di un imprenditore a cui – i due odierni indagati Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento e Domenico La Porta, 63 anni di Naro – hanno tentato di estorcere del denaro, dopo aver fatto una finta verifica dicendo di essersi accorti (falsamente) di un allaccio abusivo e proponendo quindi un accordo economico (2,000€) anche dilazionato nel tempo.
“Ci devi fare un regalo”: il modus e’ questo e configura il reato di tentata estorsione.
Da qui nascono le indagini e i carabinieri trovando un mondo sommerso e scoprendo tantissimi imbrogli del genere. L’Enel – precisano i carabinieri – e’ parte lesa e anzi ha aiutato i carabinieri collaborando totalmente.
Con l’intimidazione di fare una denuncia (minaccia all’imprenditore), i due tecnici tentavano di estorcere il denaro mentre in altri casi erano proprio i verificatori Enel a creare per conto terzi allacci abusivi. Il Gip del tribunale di Agrigento Alessandra Vella, ha disposto per i due verificatori il divieto di soggiorno in provincia di Agrigento mentre per una terza indagata, Luigia Vinci residente a Canicattì ma nata a Campobello diLicaa, che si occupava di trovare clienti è scattato l’obbligo di firma.
Venti complessivamente gli indagati residenti in mezza provincia di Agrigento tra cui molti titolari di esercizi commerciali.
Da gennaio a oggi 11 arresti e 4 denunce. Si tratta, secondo i carabinieri, di un fenomeno dilagante che riguarda perlopiù attività commerciali.