Agrigento, revocata confisca di gran parte dei beni dei fratelli Agrò

I giudici della sezione misure di prevenzione della Corte di appello di Palermo – sezione quinta penale – (Maria Patrizia Spina, presidente, Antonio Caputo, consigliere, Roberto Binenti consigliere relatore) hanno disposto la revoca della confisca di gran parte dei beni che erano stati requisiti ai fratelli Diego e Ignazio Agrò, 70 e 78 anni, di Racalmuto, accusati di avere costruito un impero imprenditoriale grazie ad accordi con i boss mafiosi degli anni Novanta.

Il sostituto procuratore generale di Palermo, Rita Fulantelli, aveva chiesto la conferma della decisione di primo grado. In ballo c’era un patrimonio che gli inquirenti stimano in 54 milioni di euro.

Secondo la Dda e i giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento si tratta di beni acquisiti illecitamente grazie alla contiguità con la criminalità organizzata.

Per la difesa – il collegio era composto dagli avvocati Salvatore Pennica, Angelo Mangione e Antonino Mormino – il provvedimento di primo grado “valorizzava degli indizi che sono stati inceneriti dalle sentenze di assoluzione”.

I fratelli Agrò, noti produttori e venditori di olio con aziende operative anche all’estero, sono stati coinvolti in un processo con l’accusa di essere i mandanti di un omicidio di mafia, quello di Mariano Mancuso commerciante alimentare di Milena, commesso nella zona industriale di Aragona il 28.9.1992, ma in seguito, dopo un’iniziale condanna all’ergastolo, sono stati assolti.

Nella lista dei beni ben 58 immobili, tra fabbricati e terreni, in provincia di Agrigento ma anche a Giardini Naxos ed a Spoleto. E poi ancora dodici imprese con sede ad Agrigento e provincia, appartamenti e mezzi di varia natura. I giudici hanno confermato la confisca del solo capitale sociale dell’Isoa e dei relativi complessi aziendali restituendo tutto il resto dei beni che era stato sequestrato dalla Dia.

Questa, nel dettaglio, la decisione dei giudici:

– revoca la misura della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno applicata ad Agrò Diego, disponendo per l’effetto la cessazione dell’esecuzione di tale misura e la restituzione dell’importo della relativa cauzione se versata;

– conferma la confisca disposta in primo grado limitatamente alle quote dell’intero capitale sociale della Isoa s.r.l. intestate ad Agrò Giuseppe, Agrò Vincenza, Agrò Calogero e Agrò Alessandro, con il relativo complesso aziendale, ivi compresi: il fabbricato in Agrigento, Villaggio Mosè; i fabbricati in Spoleto; i terreni in Spoleto, lo stabilimento industriale in Fasano;

– revoca pertanto la confisca relativamente a tutti gli altri restanti beni per cui tale misura è stata ordinata in primo grado, disponendo per l’effetto la revoca dei relativi decreti di sequestro limitatamente ai medesimi beni, con cancellazione, per i mobili registrati e gli immobili, delle conseguenti trascrizioni, esonerando all’uopo da responsabilità i competenti funzionari amministrativi;

– conferma il rigetto in primo grado della richiesta di confisca delle quote dell’I.O.Q. s.r.l.. e del relativo complesso aziendale.