Agrigento

Alba nella Valle dei templi: alla denuncia dei vizi capitali non giova molto la spettacolarizzazione (ft e vd)

La denuncia dei “Vizi” che attraversa la notte dei tempi e si frange nel “disordine dei nostri tempi” si spettacolarizza secondo le ormai collaudate “Albe” del Parco archeologico.

Pubblicato 3 anni fa

I vizi capitali sulla Via Sacra dei templi  escono dal “chiuso perimetro” del teatro di Giunone  e si avviano al tempio della Concordia, sacrario di tutte le Sagre del mandorlo in fiore e di tutti gli altri eventi celebrati dal potere per rassicurare se stesso.

La denuncia dei “Vizi” che attraversa la notte dei tempi e si frange nel “disordine dei nostri tempi” si spettacolarizza secondo le ormai collaudate “Albe” del Parco archeologico.  

E, a nostro parere, rischia di sacrificare sull’altare del “trompe-l’œil” quella forza di evocativa denuncia. E appunto per correre ai ripari bisogna fuggire gli eccessi, ricorda Paracelso.

Sia chiaro, era giusto portare “Vizi capitali” sulla scena mixando tradizione teatrale, esoterismo d’antan, catechismo cattolico e quel laicismo anarco-liberale che attraversa come un fiume carsico i nostri comportamenti dove spesso si predica bene e si razzola male.

E tutto sommato, “val bene una Messa” se i “Vizi” hanno fatto riflettere, ieri, il pubblico di Segesta, oggi le quattro centinaia di giovani affluiti al Parco agrigentino e domani sul Monte Adranone di Sambuca (il sito archeologico più alto della Sicilia) dove fondarono una colonia gli schiavi fuggitivi delle guerre puniche.

Quindi un passato che ritorna, un vizio della guerra e della belligeranza denunciato inutilmente dall’ultimo eroe dell’ecumenismo come Gino Strada, bistrattato in vita e oggi ipocritamente additato a testimone di pace. 

Alba nella Valle dei templi

E forse Gaetano Aronica troverà il modo di inserire nel suo testo teatrale (che sicuramente vorrà portare ancora sulla scena), dialoghi più confacenti alla contemporaneità di questi “scomparsi dalla scena della vita” che però rimarranno come archetipi di testimonianza.

Un “work in progress” inevitabile al quale tutti dobbiamo essere attenti debitori.

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