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La preside antimafia arrestata per corruzione, in casa tv 65 pollici: 12 indagati 

Daniela Lo Verde, preside simbolo dell’antimafia e cavaliere della Repubblica, è stata arrestata per corruzione

Pubblicato 1 anno fa

Una delle più note esponenti dell’antimafia palermitana, la preside della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen, Daniela Lo Verde, insignita anche del titolo di cavaliere della Repubblica, è stata arrestata dai carabinieri nell’ambito di una indagine coordinata dai pm della Procura Europea Gery Ferarra e Amelia Luise con le accuse di peculato e corruzione. Si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside Daniele Agosta, anche lui arrestato, di cibo per la mensa dell’istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. 

 Sono 12 gli indagati nell’inchiesta che oggi ha portato all’arresto della preside della scuola Falcone dello Zen Daniela Lo Verde e del vicepreside Daniela Agosta, accusati di peculato e corruzione. Nel registro degli indagati sono finiti anche docenti e collaboratori della donna. L’indagine, coordinata dai pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, avranno certamente ulteriori sviluppi dopo i sequestri del materiale relativo ai progetti europei disposti nella scuola.

Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla sezione Eppo del Nucleo investigativo di Palermo dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto per corruzione della preside Daniela Lo Verde e del vicepreside, i militari, nelle abitazioni degli indagati, hanno trovato e sottoposto a sequestro diversi dispositivi elettronici quali computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo per bambini ancora confezionati, una cassa audio, una stampante, uno scanner e un maxi televisore da 65 pollici.

In particolare, i dirigenti scolastici, in forza del loro ruolo di pubblico ufficiale, “in maniera spregiudicata e per accaparrarsi i cospicui finanziamenti comunitari connessi”, avrebbero attestato falsamente le presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari. Questo per “giustificare l’esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte, nella considerazione che la mancata partecipazione degli studenti avrebbe inciso in maniera direttamente proporzionale sulla quota parte dei fondi destinati per ciascun Pon alla Dirigenza”. Gli approfondimenti investigativi avrebbero messo in luce una gestione illecita “anche per per procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio di mensa della scuola”, e materiale informatico come tablet, Pc, e Iphone comprati con fondi europei e destinati agli alunni. Nell’ufficio di presidenza era cosi’ custodita una ingente quantita’ di generi alimentari e di costosi dispositivi informatici destinati agli studenti, che sarebbero stati prelevati dalla preside e dal suo vice Daniele Agosta – anche lui ai domiciliari, come la dipendente della R-Store, ditta che commercializza materiale infromatico, Alessandra Conigliaro – per “proprie ed esclusive necessita’”. 

Le indagini avrebbero permesso di verificare come la dirigenza dell’istituto avrebbe affidato stabilmente, contro le norme, la fornitura di materiale tecnologico a una sola azienda in forza di un accordo corruttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illecite dazioni di strumenti tecnologici di ultima generazione. “Le condotte poste in essere dai due pubblici ufficiali – affermano gli inquirenti – risultano particolarmente gravi alla luce della loro completa adesione a logiche di condotta meramente utilitaristica, della strumentalizzazione dell’azione amministrativa e dalla vocazione a ritenere la pubblica amministrazione come un pozzo dal quale attingere costantemente qualsivoglia utilita’, dagli strumenti tecnologici di ultima generazione ai generi alimentari”. Ad aggravare il quadro, per come emerge dal provvedimento cautelare, la dirigente “ha costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalita’ nonostante il quotidiano agire illegale e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa”. Nel 2020 la dirigente scolastica fu nominata cavaliere del lavoro dal Quirinale per il suo impegno durante la difficile fase del Covid in un quartiere, quello dello Zen, tradizionalmente complesso.

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