Giudiziaria

Lo stupro di gruppo a Palermo, 11 istanze parte civile

Sono dieci, oltre al Comune di Palermo, le possibili parti civili del procedimento che si apre oggi e che vede coinvolti sei dei sette giovani accusati dello stupro

Pubblicato 11 mesi fa

Sono dieci, oltre al Comune di Palermo, le possibili parti civili del procedimento che si apre oggi e che vede coinvolti sei dei sette giovani accusati dello stupro di gruppo ai danni di una loro coetanea, oggi ventenne: si tratta di associazioni che vogliono partecipare intanto all’udienza preliminare, in corso davanti al gup del Tribunale di Palermo Cristina Lo Bue. Il giudice valutera’ le istanze e decidera’ sulle ammissioni il 29 aprile. L’udienza riguarda l’episodio del 7 luglio al Foro Italico di Palermo: in un cantiere abbandonato, sette giovani violentarono l’amica di uno loro, filmandola e facendo girare i video. Oltre al Comune si sono presentate Mete Aps, Millecolori onlus, Associazione nazionale donne in rete, Le Onde, Biblioteca delle donne, Insieme a Marianna, Emily, Mezzocielo, Contro tutte le violenze, La Casa di Venere. Non era presente la vittima che si trova in una struttura protetta. Gia’ condannato a 8 anni e 8 mesi dal Tribunale dei minorenni l’unico del gruppo che all’epoca nona ancora maggiorenne.

“La ragazza vittima dello stupro di gruppo avvenuto il 7 luglio 2023 al Foro Italico di Palermo, è circondata da un ambiente tossico. E non è una leggenda, tanto è vero che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita”.

A dirlo prima dell’udienza preliminare è l’avvocata Carla Garofalo, la legale della giovane. “C’è stata anche una campagna denigratoria nei confronti della ragazza – dice la legale – che è durata tutta l’estate. Io, purtroppo, sono arrivata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocata contesta la linea difensiva degli indagati. “La difesa mira a dire che ci fosse il consenso della giovane – aggiunge -. Questa è letteratura, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io se ne difendessi uno, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. Questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano”.

La ragazza non è presente in aula. “La giovane è in una casa rifugio ma non posso dire dove. Ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue – dice Garofalo – E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare. Riceve continue minacce e aggressioni”.

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