Giudiziaria

Processo Iuventa, il Governo chiede di costituirsi parte civile

La nave dell'ong è sequestrata nel porto di Trapani da 5 anni. Secondo il governo, lo Stato italiano ha subito notevoli "danni finanziari e morali"

Pubblicato 1 anno fa

 Il ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei ministri hanno chiesto di essere ammessi come parti civili nel processo, a Trapani, a carico dei membri dell’equipaggio della Iuventa, che rischiano fino a 20 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La nave dell’ong è sequestrata nel porto di Trapani da 5 anni. Secondo il governo, lo Stato italiano ha subito notevoli “danni finanziari e morali”. “Il fatto che il Governo italiano dica apertamente di aver subito danni finanziari e di reputazione a causa delle nostre azioni come difensori dei diritti umani che hanno salvato persone in mare è davvero vergognoso”, dice Kathrin Schmidt di Iuventa. Sulla richiesta del Governo i giudici decideranno nelle prossime udienze. Intanto, la Corte ha stabilito che agli imputati di Iuventa debba essere fornita un’ulteriore assistenza linguistica durante l’udienza con un interprete aggiuntivo per “assicurare un’effettiva partecipazione al processo”.

Inoltre, il giudice ha consentito alla difesa di presentare delle registrazioni audio che la difesa aveva effettuato durante l’interrogatorio di uno degli imputati. “Accogliamo con favore questa decisione – dice Nicola Canestrini, avvocato degli imputati -, perché ora finalmente si potrà esaminare la mancanza di qualità degli interpreti nominati dalla polizia e dall’accusa. Le stesse prove audio dimostreranno che la Procura ha violato elementari regole di procedura, come la citazione corretta della difesa a verbale”. Anche Amnesty Italia ritiene che questa sia una “decisione importante, in quanto il diritto alla traduzione corretta di tutte le parti degli interrogatori è uno dei fondamenti di un giusto processo”. L’udienza è stata rinviata al 13 gennaio.

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