Scansa l’arresto nel blitz “Vultur”, preso (e scarcerato) per il metadone: la buona stella di Peppe Brunco

Personale della Squadra mobile di Agrigento, guidato dal dottor Giovanni Minardi, nel corso di un servizio di polizia giudiziaria, finalizzato alla prevenzione e alla repressione di reati in materia di stupefacenti svolto in Favara, ha proceduto al controllo di un furgone sul quale viaggiavano Giuseppe Brunco, 34 anni e Santo Allegro di 35 anni entrambi residenti a Naro.
A seguito della perquisizione del mezzo, il personale della sezione antidroga della Squadra mobile rinveniva, all’interno del vano anteriore dell’autocarro, due scatole contenenti complessivamente 21 flaconi di sostanza del tipo “metadone cloridato Molteni” di 1 mg/ml di soluzione orale.

Metadone sequestrato

I due uomini venivano arrestati per detenzione e trasporto di sostanza stupefacente e posti agli arresti domiciliari, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento.
Successivamente il Gip del Tribunale di Agrigento, Zammuto, dopo la convalida dell’arresto, avvenuta ieri, disponeva le misure dell’obbligo di dimora per Giuseppe Brunco e dell’obbligo di presentazione alla P.G., tutti i giorni, per Santo Allegro.
Ma chi è, in particolare, Giuseppe Brunco? Il suo nome è venuto fuori nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Vultur” (avvoltoio).

L’uomo è stato indicato quale appartenente all’associazione mafiosa di Camastra capeggiata da Rosario Meli detto “Saru u puparu”. E per Brunco la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, conseguentemente alla consegna di un rapporto giudiziario della Squadra mobile di Agrigento aveva chiesto al Gip del Tribunale di Palermo la sua cattura. Cattura non disposta e Brunco potè rimanere in libertà, sino allo scorso 23 agosto quando è stato beccato con le confezioni di metadone. Arresti durati poco, il Gip affievolendo la misura, ha disposto l’obbligo di dimora.
Con l’ordinanza “Vultur” gli investigatori hanno delineato la personalità del giovane non riuscendo tuttavia a provarne l’affiliazione mafiosa.

Ecco, infatti cosa scrive il Gip del Tribunale di Palermo: “L’addebito di partecipazione all’associazione di tipo mafioso nei confronti di Meli Rosario, con ruolo di direzione, nonché nei confronti di Meli Vincenzo, Meli Giuseppe, Meli Rita, Piombo Calogero, Di Caro Biagio, Prato Angelo e Brunco Giuseppe.
Il Pubblico Ministero contesta agli indagati l’appartenenza ad un’associazione di tipo mafioso operante in Camastra.
Nei confronti di Meli Rosario e Meli Vincenzo, tenuto conto delle precedenti condanne irrevocabili nei confronti degli stessi per la medesima fattispecie di reato, la contestazione è riferita al tempo successivo a quello coperto dal giudicato e, precisamente, “dal febbraio 1993”.
Può subito dirsi che gli elementi raccolti dagli inquirenti e rassegnati nella richiesta sulla quale si provvede sono enucleabili in termini di gravità indiziaria, con riferimento alle ipotesi d’accusa qui considerate, solo rispetto alle posizioni di Meli Rosario, Meli Vincenzo e Piombo Calogero.
Non anche, invece, rispetto alle posizioni degli altri soggetti e, segnatamente, di Meli Giuseppe, Meli Rita, Di Caro Biagio, Prato Angelo e Brunco Giuseppe.