Beni confiscati alla mafia: in Sicilia 37,5% immobili e 30% aziende
I dati - forniti dall'Anbsc e aggiornati al 15 novembre 2021 - sono stati resi noti stamane dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci
Su 38.101 immobili confiscati o sequestrati in Italia, ben 14.315 (pari a circa il 37.5%) si trovano in Sicilia: di questi 7126 sono gia’ “destinati”, sia per finalita’ istituzionali sia per finalita’ sociali, mentre altri 7189 sono ancora “in gestione” dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata. E delle 4686 aziende sottratte alla criminalita’ in tutta la Penisola, 1449 (circa il 30%) hanno sede nell’Isola, ma solo 543 sono gia’ “destinate”. I dati – forniti dall’Anbsc e aggiornati al 15 novembre 2021 – sono stati resi noti stamane dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa, a Palazzo d’Orleans, a cui ha preso parte anche l’assessore all’Economia, Gaetano Armao.
“Per quanto riguarda i beni confiscati, spesso la gestione dell’Agenzia e’ finita sotto accusa – ha detto Musumeci – noi abbiamo sempre avuto un rapporto improntato alla reciproca collaborazione ma, obiettivamente, la normativa va rivista tenuto conto che buona parte dei beni confiscati in Sicilia, circa la meta’, non risultano ancora assegnati. Dobbiamo evitare che questo si ripeta perche’ costituisce una sconfitta per lo Stato”. La Regione cosi’ si e’ dotata per la prima volta di una “Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati” che ci compone da tre obiettivi che dovranno integrarsi con le politiche di coesione previste dal Pnrr. Il primo punta al rafforzamento della capacita’ e della cooperazione degli attori istituzionali responsabili del processo di valorizzazione e dei patrimoni illegittimamente accumulati. II secondo riguarda il sostegno economico-finanziario e tecnico attraverso l’istituzione di uno specifico “Fondo di progettazione” e il supporto agli investimenti delle cooperative sociali o di altri soggetti indicati per legge, favorendo l’occupazione di soggetti svantaggiati e i servizi del settore no profit. II terzo, infine, riguarda la re-immissione nel circuito dell’economia legale delle aziende confiscate, attraverso il sostegno agli investimenti e all’individuazione delle imprese sequestrate con potenzialita’ di restare sul mercato, alle quali fornire supporto tecnico adeguato per sviluppare la propria attivita’ e salvaguardare l’occupazione.