Agrigento

Blitz “Rinascita”, arrestati gli ‘ndranghetisti” vicini al clan Massimino

Ci sono due vecchie conoscenze degli investigatori della Dia di Agrigento tra le persone arrestate questa notte nella maxi operazione dei Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Catanzaro su richiesta della Dda a carico di 334 persone. L’operazione ‘Rinascita-Scott’ ha disarticolato […]

Pubblicato 4 anni fa

Ci
sono due vecchie conoscenze degli investigatori della Dia di Agrigento tra le
persone arrestate questa notte nella maxi operazione dei Carabinieri del Ros e
del Comando provinciale di Vibo Valentia che hanno eseguito un’ordinanza di
custodia cautelare del Gip di Catanzaro su richiesta della Dda a carico di 334
persone.

L’operazione
‘Rinascita-Scott’ ha disarticolato tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta
operanti nel Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi.
Complessivamente sono 416 gli indagati, accusati a vario titolo di associazione
mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni,
riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose. E tra questi,
appunto due vecchie conoscenze per gli investigatori agrigentini che hanno dato
vita all’inizio di quest’anno all’operazione “Kerkent” che ha smantellato il
clan Massimino.

Infatti,
sono finiti nuovamente nella morsa della giustizia i calabresi Gregorio Niglia,
detto Lollo, 36 anni, residente a Briatico come Francesco Romano, 33 anni,
entrambi arrestati nel corso dell’operazione Kerkent perché accusati di
fornire, per conto della ndrangheta, droga al gruppo massimino attraverso l’intermediazione
di un altro personaggio di spicco di quell’operazione: Andrea Puntorno,
agrigentino per lunghi anni trapiantato a Torino dove divenne capo ultras della
Juventus e dove allacciò solidi rapporti con esponenti della criminalità calabrese
con soggetti originari della provincia vibonese, dediti al traffico di sostanze
stupefacenti e considerati appartenenti alla famiglia di ‘ndrangheta facente
capo a Giuseppe Antonio Accorinti (alias
“Scimusca” detto Peppone ed anche lui arrestato oggi insieme a mezza
dozzina di familiari).

Il
blitz, oltre che la Calabria, ha interessato anche la Lombardia, il Piemonte,
il Veneto, la Liguria, l’Emilia-Romagna, la Toscana, il Lazio, la Sicilia
(indagata Elisabetta Lo Bianco, 47 anni di Siracusa dove risiede ma anche Maria
Olga Montenegro, 56 anni di Scicli ma residente a Latina), la Puglia, la
Campania e la Basilicata. Alcuni indagati, in Germania, Svizzera e Bulgaria,
sono stati arrestati dai carabinieri in collaborazione con le locali forze di
polizia, in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso sempre dalla
autorità giudiziaria di Catanzaro. Oltre 2500 i carabinieri del Ros e dei
comandi provinciali impegnati, in collaborazione con unità del Gis, del Reggimento
paracadutisti, degli Squadroni eliportati Cacciatori, dei reparti mobili e da
mezzi aerei e unità cinofile.

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