Il pentito Tuzzolino ai giudici: “Sulla massoneria indagini indietro di 10 anni”

Mafia, massoneria, politica, affari. 

Il cuore dello strapotere illecito vigente da anni secondo il pentito agrigentino Giuseppe Tuzzolino va rivisitato e rivalutato.

Siamo indietro di dieci anni rispetto alle vere evoluzioni che, soprattutto mafia e massoneria hanno fatto. Ed il guaio è che forze dell’ordine e magistratura non hanno ancora ben capito come muoversi e aggredire siffatto potere illecito deviato.

Il pentito Giuseppe Tuzzolino
L'architetto Giuseppe Tuzzolino

Le indagini ancora oggi si muovono al passo dei tempi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Ma non è così. 

Il mondo è cambiato mafia e massoneria hanno subito una profonda metamorfosi. I vecchi valori non contano più, conta solo il potere economico. Contano i soldi, conta l’arricchimento. Più ricco sei e più conti. Più di un mafioso, più di un politico.

E’ la nuova frontiera del malaffare inteso nel senso più ampio.

Non c’è più la corsa al potere nel senso di  esercizio massimo di comando. La possibilità di gestire importanti uffici, importanti posti chiave sinonimo di comando. Oggi tutto questo non conta nulla.

Contano i soldi e basta. E più soldi si hanno più il vero potere aumenta al punto da soppiantare le vecchie icone del potere mafioso, politico, imprenditoriale, massonico, appunto.

Tuzzolino ai magistrati che lo interrogano lo dice a chiare lettere: siete indietro di dieci anni e loro avanti di dieci.

Chi gestisce siffatto potere se ne frega della notorietà o di ricoprire un posto chiave in qualunque branca dei settori importanti della vita politica, economica, sociale, delinquenziale del nostro Paese. Conta solo il potere di fare soldi: più soldi puoi procurare più conti e più comandi.

Ed in questo contesto si inserisce la massoneria nuovo corso che Tuzzolino descrive ormai da anni.

E la più efficace spiegazione l’ha fornita nel corso del processo a carico dell’ex governatore di Sicilia, Raffaele Lombardo quando ha spiegato cosa fosse il cosiddetto “tronco della vedova” e la massoneria itinerante, quel gruppo di potenti riunito sotto il nome di un’unica loggia coperta di cui non esiste traccia documentale ma che controlla interamente le nove province siciliane.

Quella loggia coperta nata a Castelvetrano nel paese di Matteo Messina Denaro e che mette insieme mafiosi, politici, dirigenti di importanti uffici, assessorati, imprese, ma anche magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine e “malacarne”.

Una loggia creata per fare affari, per avere il massimo vantaggio economico, una loggia che agisce in nove provincie per gestire un settore economico che spazia dagli appalti, ai centri commerciali, cioè di investimento, riciclaggio, reinvestimento

Il tronco della vedova altro non è che il pagamento del 5 per cento rispetto al valore di un lavoro o di una intrapresa economica, di una truffa e di tutto ciò che produce denaro ottenuto grazie alla mediazione della massoneria. Soldi che arricchiscono la loggia stessa e i singoli componenti.

Ciò sarebbe avvenuto anche a Palma di Montechiaro con la truffa messa in pratica dallo stesso Tuzzolino e suoi complici con la vicenda delle false sanatorie edilizie valutata intorno ai sei milioni di euro e che ha portato 300 mila euro netti nelle casse massoniche.

Un racconto suggestivo, non privo di un suo autonomo fascino che porta il pentito-architetto agrigentino a salire in cattedra e spiegare ai magistrati che indagano di essere ancora indietro di dieci anni rispetto ad una realtà mutata e che fa della massoneria il centro di tutto anche rispetto alla politica, alla mafia ed all’imprenditoria.

Di queste cose, quasi certamente parlerà ancora una vola il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, appositamente convocata dalla commissione parlamentare antimafia e che già ha avuto una prima audizione che non è stata completata.