Mafia, il capitano Ultimo: “Parenti dei mafiosi devono arrendersi allo Stato”
Lo ha detto il capitano 'Ultimo', nome di battaglia di Sergio De Caprio, ex ufficiale dell'Arma dei carabinieri, che arrestò Totò Riina
“Figli, nipoti e parenti dei mafiosi vanno esclusi dal mondo del lavoro per completare le finalità del 41bis. Devono arrendersi allo Stato”. Lo ha detto il capitano ‘Ultimo’, nome di battaglia di Sergio De Caprio, ex ufficiale dell’Arma dei carabinieri, che arrestò Totò Riina nel ’93, intervenuto in mattinata in video collegamento alla tavola rotonda nell’ambito del convegno ‘Parlate di mafia’, organizzato dai gruppi parlamentari FdI di Camera e Senato.
“Un sindaco eletto democraticamente non può aver paura di stringere la mano quando cammina per le strade della sua città – ha sottolineato – deve essere il mafioso, reietto del mondo e della società civile, a dover aver paura. I parenti dei mafiosi non devono avere la possibilità di lavorare, dovrebbero fare solo lavori socialmente utili e avere il braccialetto elettronico per essere controllati dallo Stato, devono arrendersi allo Stato”.