Ottimo lavoro della Dia di Agrigento nei primi 6 mesi del 2016: confische, arresti e blitz

E’ stato pubblicata, sul sito del Ministero degli Interni la relazione semestrale (periodo che va dal 1 gennaio al 30 giugno 2016) della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. Ruolo di prim’ordine è quello della reparto di Agrigento, diretto dal dott. Roberto Cilona. Un’attività fondamentale per garantire la legalità in un territorio, quello agrigentino, da sempre permeato da fenomeni di criminalità contro la quale è vitale l’azione di investigazione, prevenzione e repressione delle forze dell’Ordine in generale e della Dia in particolare.

Le principali attività esperite nel periodo suddetto in provincia di Agrigento:

08.01.2016. E’ stata data esecuzione alla confisca di un immobile e varie disponibilità finanziarie, nei confronti di un elemento di spicco della famiglia di Montallegro. Il provvedimento consolida i sequestri del 02 marzo 2015 e 20 agosto 2015. Valore 450 mila euro.

01.04.2016. E’ stata eseguita la confisca di quattro beni immobili, nei confronti di un elemento apicale della consorteria mafiosa operante in Ribera, condannato tra l’altro all’ergastolo per l’omicidio di mafia di un Maresciallo dei Carabinieri. Il provvedimento consolida il sequestro del 27 febbraio 2015. Valore 500 mila euro.

01.04.2016. E’ stato eseguito un provvedimento di confisca di nove beni immobili, nei confronti di un elemento apicale della consorteria mafiosa operante in Ribera. Il provvedimento consolida il sequestro del 27 febbraio 2015. Valore 280 mila euro.

Investigazioni giudiziarie:

15.02.2016. In esecuzione del provvedimento di unificazione di pene concorrenti, è stato tratto in arresto un pluripregiudicato agrigentino condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso. (operazione eseguita dai Carabinieri)

01.04.2016. Le operazioni “Triokola” ed “Eden 5”, svolte in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare526, hanno portato all’arresto di sette soggetti, che avevano interessi nella zona occidentale della provincia di Agrigento, ed in particolare le famiglie di Burgio, Caltabellotta, Sambuca Di Sicilia, Sciacca, Cianciana e Ribera. Inoltre, le indagini hanno fatto luce su alcune attività illecite per acquisire il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici per realizzare vantaggi e profitti ingiusti, nonché omicidi, traffici di sostanze stupefacenti, incendi, danneggiamenti, estorsioni e furti.  (operazione eseguita dai Carabinieri)

26.05.2016. In esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Palermo, sono state tratte in arresto otto persone ritenute responsabili dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio, danneggiamento, detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina aggravata dall’uso delle armi, tentato omicidio ed altro. Il provvedimento è stato emesso il 26 maggio 2016 dal Tribunale per il Riesame di Palermo, che ha accolto l’appello proposto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, avverso l’ordinanza emessa in data 27 novembre 2015, con la quale il GIP presso il Tribunale di Palermo aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura di custodia cautela in carcere. Tale misura è stata emessa a seguito del rigetto della Corte di Cassazione del ricorso proposto dagli interessati. Il provvedimento cautelare, eseguito con l’Operazione “Icaro”, aveva colpito appartenenti di spicco di cosa nostra operanti nella Provincia di Agrigento, specificatamente nei Comuni di Santa Margherita di Belice, Montevago, Ribera, Cattolica Eraclea, Cianciana, Montallegro, Siculiana, Porto Empedocle, Agrigento, Favara, Campobello di Licata, in relazione ai reati sopra indicati.