Mafia

Scacco al mandamento mafioso di Lucca Sicula, Salvatore Imbornone era tornato a comandare 

Era tornato nuovamente alla guida del mandamento mafioso di Lucca Sicula nonostante avesse appena finito di scontare una condanna a dieci anni e otto mesi

Pubblicato 2 mesi fa



Era tornato nuovamente alla guida del mandamento mafioso di Lucca Sicula nonostante avesse appena finito di scontare una condanna a dieci anni e otto mesi rimediata nell’operazione “Scacco Matto”. C’è anche Salvatore Imbornone, 64 anni, tra i sei arrestati nel blitz eseguito alle prime luci dell’alba dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento (https://www.grandangoloagrigento.it/apertura/blitz-antimafia-nellagrigentino-colpo-alle-famiglie-di-burgio-e-lucca-sicula). Nessun dubbio per i magistrati della Dda di Palermo: è lui il nuovo capo del mandamento. Imbornone era stato già arrestato nel 2008 nell’operazione Scacco Matto insieme ad altre 33 persone. Nel 2013 arrivò la condanna definitiva. Le indagini, partite subito dopo l’omicidio di Vincenzo Corbo avvenuto nell’aprile 2020 a Lucca Sicula, ci consegnano oggi la piena operatività di Imbornone alla guida del mandamento.

Le mani del boss, secondo quanto emerso dall’attività investigativa, erano dappertutto. Dall’infiltrazione nelle istituzioni attraverso contatti con compiacenti esponenti delle amministrazioni locali agli appalti pubblici come quelli per la realizzazione della fognatura a Ribera o delle strade provinciali. Imbornone si sarebbe occupato anche dei rapporti con esponenti di altre provincie mafiose, in particolare con esponenti di rilievo di “cosa nostra” di Palermo competenti, per ragioni di territorio, a intervenire per la risoluzione di una controversia che interessava Giovanni Derelitto.

Anche quest’ultimo è stato arrestato questa mattina. Anche lui, come Imbornone, era stato arrestato nell’operazione Scacco Matto del 2008 poiché ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Burgio. Condannato a 15 anni di reclusione, alcuni dei quali in regime di 41bis, era stato scarcerato nel 2019. Lo scorso anno il tribunale di Agrigento gli aveva revocato la misura della libertà vigilata “dimostrando, allo stato, una radicata inversione di tendenza, talché si può oggi fondatamente ritenere, in base alla globale valutazione della condotta, che egli abbia cessato di essere pericoloso”. Oggi è stato nuovamente arrestato. 

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