Agrigento, nascono “Largo Taglialavoro” e “Via La Scala”: le reazioni

Il caso, se così potremmo definirlo, è scoppiata nella giornata di ieri e, su facebook, ha raccolto già le prime reazioni a caldo. La vicenda è questa: alcune strade, ancora oggi senza alcuna indicazione, hanno trovato il loro nome grazie all’intervento dell’Amministrazione Comunale che si è interessata della situazione. Nascono così “Largo Taglialavoro”, che nascerà tra la Via Empedocle e la via Sclafani, e “Via Raffaele La Scala” che comprenderà la porzione di strada che unisce via Imera con via 25 Aprile. Non si discute sulla personalità di entrambe le persone, fermo restando che Agrigento nonostante tutto può annoverare tra i suoi “figli” importanti figure. Il caso nasce, e viene riportato alla ribalta anche sui social, dalla tempestività con cui scatta questa determina sindacale. A propisito, Marcello La Scala (MVS) scrive così, ringraziando il Comune:

Il 27 gennaio 2006 – scrive La Scala  –  è una data difficile da dimenticare, da buon cittadino ho atteso 10 anni e un giorno per questo riconoscimento. Ringrazio l’Amministrazione comunale e la Commissione che, in tempi strettissimi, sono passate dalle carte ai fatti. Sono contento anche per la strada che è stata scelta per l’intitolazione, considerato che tale via, adesso intitolata a mio Padre, si trova nella zona vicino al luogo in cui egli viveva.

Questa zona adesso- spiega il Consigliere –  è il parcheggio dei “furgonisti” che aspettano la chiamata per andare a lavorare. Molte generazioni addietro invece, era un luogo molto frequentato dai carrettieri per la presenza del mulino. Proprio da quel mulino, meglio conosciuto come Mulino Cacciatore, – aggiunge – con i carretti arrivava il frumento e allo stesso modo partivano i sacchi carichi di farina destinati ai vari forni della città e della provincia.

Questa intitolazione – conclude Marcello La Scala – è un riconoscimento che la città dona ad un uomo che alla sua città ha donato molto e a cui molto continua a donare quotidianamente grazie alla sua eredità culturale. GRAZIE”.