Manovrina Ars dimezzata, Pd-M5S: “maggioranza in tilt”
I lavori vengono sospesi e rinviati al 28 giugno.
Una ventina di articoli approvati, altrettanti accantonati e un finale fatto di tensione che non ha consentito il voto finale sul ddl. Si è chiusa così ieri la maratona sul ddl Collegato all’Ars, la cosiddetta ‘manovrina’ nata anche dall’impugnativa da parte del governo delle norme contenute nella Finanziaria.
Passano le norme per i 74 milioni ai Forestali, così come quella per i precari del bacino Asu, il contributo per consentire alla Resais (in liquidazione) la definizione di un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. Per i precari ex Pip le norme approvate prevedono sia l’assunzione nella società consortile per azioni Servizi ausiliari Sicilia (Sas) che gli incentivi alla fuoriuscita dal bacino. Un emendamento da 360mila euro ha poi garantito gli adeguamenti contrattuali al personale della Sas. Gli oltre quattromila lavoratori precari Asu impiegati nelle pubbliche amministrazioni della Sicilia, inoltre, avranno la possibilità di accedere a un percorso di fuoriuscita dal bacino tramite incentivi. Il finale, a tarda sera, è ad alta tensione per un emendamento aggiuntivo che interveniva sulla gestione dei siti archeologici: la maggioranza non trova la quadra e alla fine i lavori vengono sospesi e rinviati al 28 giugno.
“Se questo della manovrina-bis doveva essere un banco di prova per testare lo stato di salute della maggioranza, per Schifani e i suoi non ci sono certo buone notizie e le prospettive per questo governo sono tutt’altro che rosee: questo governo sembra già alla frutta – affermano i capigruppo del M5s e Pd Antonio De Luca e Michele Catanzaro -. Abbiamo assistito – dicono – ad una maggioranza spaccata e in crisi di nervi, con grandi frizioni sugli emendamenti aggiuntivi e con il presidente della Regione che è arrivato addirittura a minacciare le dimissioni. Si è creato un clima tale che non ha consentito al governo di portare a casa la manovra con il voto finale, che è stato rimandato alla prossima settimana. É la prova che la coesione dei partiti che sostengono Schifani è in continuo deterioramento, e non abbiamo ancora completato il primo anno di legislatura”. “Sulla manovra – concludono De Luca e Catanzaro – non possiamo che ribadire il nostro giudizio, un contenitore pressoché vuoto che serve poco alla Sicilia. Per fortuna siamo riusciti a evitare la pioggia di emendamenti aggiuntivi e a rinviare la discussione di tutte quelle norme che servivano al governo per garantirsi il consenso dei singoli deputati e non certo ai siciliani”.