Catania

Tre dipendenti non erano in regola, sospesa attività di un panificio

Nei locali, inoltre, durante l’approfondimento delle verifiche i militari dell’Arma hanno scoperto che erano state installate delle telecamere di videosorveglianza che riprendevano costantemente gli impiegati

Pubblicato 1 ora fa

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro NIL di Catania, in collaborazione con i militari dell’Arma territoriale, hanno condotto un’attività ispettiva a Gravina di Catania, finalizzata al contrasto del lavoro irregolare e alla verifica del rispetto delle normative in materia di sicurezza e sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro. 

In tale contesto, è stata denunciata la proprietaria di un panificio, una 42enne del posto, per omessa sottoposizione dei lavoratori a visita medica obbligatoria e utilizzo di impianto di videosorveglianza senza autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania, ferma restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva.

Nello specifico, quando i Carabinieri hanno effettuato le verifiche nell’attività commerciale, hanno trovato all’opera 7 lavoratori, ma 3 non erano mai stati regolarmente assunti, quindi lavoravano “in nero” violazione, questa, che prevede la sospensione dell’attività.  

Nei locali, inoltre, durante l’approfondimento delle verifiche i militari dell’Arma hanno scoperto che erano state installate delle telecamere di videosorveglianza che riprendevano costantemente gli impiegati, ma non era stata richiesta l’autorizzazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania. 

L’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro è consentita solo per motivi specifici, come la sicurezza o la protezione del patrimonio aziendale. Tuttavia, è obbligatorio rispettare determinate procedure, come ottenere l’accordo con le rappresentanze sindacali o l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. Se queste regole non vengono seguite, e le telecamere sono utilizzate per controllare i dipendenti senza le dovute autorizzazioni, si commette un reato penale.

I lavoratori e gli avventori devono essere informati della con cartelli ben visibili che informino della presenza delle telecamere, e i dati registrati possono essere conservati solo per il tempo strettamente necessario, di solito massimo 48 ore. Inoltre, le immagini devo essere accessibili soltanto a personale autorizzato. 

 Per riassumere, l’installazione di telecamere nei locali pubblici è lecita, ma deve essere eseguita con attenzione, nel rispetto della normativa sulla privacy e, se ci sono lavoratori, con l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro o previo accordo sindacale. 

A seguito delle irregolarità riscontrate, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività imprenditoriale, legato all’impiego di lavoratori in nero, che resterà in vigore fino alla completa regolarizzazione degli stessi. Inoltre, per le ulteriori violazioni di carattere penale accertate, e sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, la titolare dell’attività è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria.

L’operazione del NIL conferma l’impegno dei Carabinieri nel garantire il rispetto delle normative in materia di lavoro e sicurezza, a tutela dei diritti dei lavoratori e della legalità nel tessuto produttivo locale. 

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